Boschi d'Abruzzo in abbandono, da agronomi e forestali il grido d'allarme

'Regione verde d'Europa col settore semi paralizzato', denuncia Mario Di Pardo della federazione territoriale

redazione
18/05/2016
Territorio
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I boschi d’Abruzzo, della 'regione verde d’Europa', con una superficie boschiva simile a quella del Piemonte, abbandonati a se stessi. E tutto questo per colpa di una “cronica mancanza di programmazione del settore, che comporta la quasi totale carenza di figure professionali appropriate negli organici della Regione e la difficoltà di completare in tempo, nei pur ampi periodi garantiti dalla legge quadro forestale, gli iter autorizzativi per i progetti di taglio”.

A lanciare il grido d'allarme è la Federazione dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali d’Abruzzo.

Le risorse umane destinate al settore – viene evidenziato - sono inadeguate e la Regione ha pure assunto, con una riforma, le competenze una volta svolte dal Corpo Forestale dello Stato, avocando a sé una miriade di sottoservizi che hanno finito per indebolire ancor di più il quadro. Nell’ultimo decennio, in pratica, “il polmone verde” abruzzese ha assistito a una sempre maggiore “burocratizzazione” e ad una costante diminuzione delle risorse finanziarie.

I bandi pubblici pubblicati nel precedente PSR 2007-2013 sono risultati troppo complessi e ciò ha portato a non utilizzare tutte le somme a disposizione. E lo stallo amministrativo, tecnico e finanziario riguarda anche la pianificazione forestale. Attualmente i Comuni coinvolti assistono impotenti al paradosso di avere i piani di Gestione Forestale in sospeso, con relative inadempienze della Regione.

“Non programmare – si legge in una nota - significa non solo lasciare uno dei più ricchi patrimoni boschivi italiani abbandonato, ma anche provocare una serie di conseguenze per lo spreco di fondi ed il mancato avvio di circuiti virtuosi in un settore che può e deve essere considerato una risorsa. La superficie forestale totale abruzzese – è un'ulteriore sottolineatura - ammonta a 438.590 ettari che, rapportata alla superficie territoriale, evidenzia un indice di boscosità superiore al 40%”.

Gli operatori forestali, proprietari di boschi, ditte forestali e tecnici, dice poi il presidente della Federazione dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali d’Abruzzo, Mario Di Pardo, auspicherebbero “ben altra attenzione dalla Regione, soprattutto nell’attuale e difficile momento che vive il settore e alla luce del fatto che larga parte del territorio è sottoposto a vincoli ambientali. Ma forse – conclude Di Pardo - per la Regione Abruzzo le foreste non esistono in un territorio che è terzo in Italia per indice di boscosità e dove sono presenti ben tre parchi nazionali e un parco regionale e che si vanta di avere boschi vetusti importanti a livello internazionale”.

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