Lavoro: l'ora di abbattere i muri

Fra Umberto Panipucci
01/05/2015
Varie
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Mai come quest'anno ha senso un giorno da dedicare alla celebrazione del lavoro: ciò che ci permette di dare il nostro personale contributo alla società e di vivere con dignità la nostra vita. La crisi economica, le sue ripercussioni sul mercato, la reazione a catena che continua ad abbattersi sulla rete di piccole e medie aziende che assicurava ai lavoratori italiani di accedere ad una domanda di lavoro ampia e diversificata sta mietendo vittime sia nel mondo dei lavoratori che in quello dei coraggiosi imprenditori che hanno scelto di rischiare i loro capitali per dare concretezza alle loro iniziative: il vero ossigeno dell'economia nazionale e locale.

Certo la situazione non è delle più rosee ma l'Italia e gli italiani hanno trovato la forza di emergere da situazione ben più drammatiche di questa che stiamo affrontando. Quando l'umanità si trova ad affrontare dei pericoli impellenti esprime sempre il meglio delle sue energie e delle sue potenzialità, risorse di cui nemmeno si sospettava l'esistenza affiorano dal nulla e capovolgono una situazione che sembrava senza uscita.

Pensiamo a quello che ha saputo fare l'Europa dopo la devastazione della II guerra mondiale, al Giappone dopo i terribili terremoti dello scorso anno, ogni volta si è gridato al miracolo, la realtà resta che quando la gente abbatte i muri della divisione e dell'inimicizia, quando riesce a vedere al di la di luoghi comuni ed “etichettature” socio-politiche per unire le forze e le risorse acquista una forza inarrestabile. Adesso ci troviamo tutti davanti a questa necessità, lo spettro della recessione e la chiusura di stabilimenti ed aziende, con l'effetto diretto una galoppante crescita del numero dei disoccupati, non sono meno di un cataclisma naturale.

Sapremo mettere da parte bandiere e stendardi, veleni e risentimenti, per innalzare l'unico vessillo del bene comune? Io, da religioso, devo credere e sperare di si. Possa il cuore di tutti noi traboccare di solidarietà e amore reciproco per la potente intercessione di San Giuseppe, artigiano e lavoratore.

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