La parola amore, viene dal latino âamorâ ed è il termine scelto dai traduttori per indicare ciò che spesso nei linguaggi originali viene significato con una maggiore ricchezza e sfumatura di significati. Soprattutto nel nuovo testamento, questo sostantivo viene usato per tradurre: filia (amicizia), eros (desiderio, passione, attrazione fisica),agape (amore disinteressato, gratuito, abbondante, generosità ). Il termine racamim, che è corrispettivo ebraico di questa parola, indica letteralmente âviscere â: chi ama sente nel profondo di se lâoggetto della sua attenzione.
Come facilmente si intuisce dalla citazione riportata sopra, lâamore è una parte costitutiva del nostro essere, qualcosa di cui non possiamo fare assolutamente a meno. Se lâamore è un bisogno, sia il non essere amati che il non amare, portano lâuomo a alienarsi dalla sua vera identità , la quale trova il suo fondamento nella somiglianza a Dio (che, come giustamente ci ricorda il nostro pastore universale) è Amore. Questa consapevolezza ci obbliga moralmente a venire incontro a quelle persone che non hanno la fortuna di avere in chi gli sta vicino una fonte di affetto.
In molte occasioni la sacra scrittura rivela quanto sia importante la vita affettiva (che va ben oltre lâ eros). Pensiamo alla solitudine di Adamo nellâeden, allâamicizia fra Davide e Gionata, al rapporto fraterno che intercorreva fra i discepoli e Gesù. Pensiamo al forte senso di familiarità che dimorava nellachiesa primitiva. In tutti questi esempi, (se ne potrebbero fare tanti) la dimensione affettiva non si ferma a segni e parole (inutili se non accompagnate da fatti).
Lâamare cristiano si esprime in due dimensioni: verticale e orizzontale, una rivolta a Dio lâatra allâuomo. Esse non sono affatto scisse fra di loro, anzi, non possono concepite separatamente. Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stain) diceva che lâuomo poteva trovare un metro per lâamore verso Dio in quello che provava verso lâuomo.
Un impegno: facciamoci dispensatori della consolazione di Dio. Essa può abitare il nostro operato sotto forma di uno sguardo accogliente, una parola detta con franchezza, un gesto di misericordia. Forse la povertà più diffusa è quella di amore. Diamo il nostro piccolo contributo per combatterla.
Eânoto a tutti come uno degli ultimi documenti scritti da Benedetto XVI abbia come oggetto proprio questo argomento. Ma lâattenzione che questi dedica al tema non si limita qui. Nel discorso che il nostro papa fa a tutti i partecipanti al convegno di Verona afferma: La persona umana non è, dâaltra parte, soltanto ragione e intelligenza, che pur ne sono elementi costitutivi. Porta dentro di se, iscritto nel più profondo del suo essere, il bisogno di amore, di essere amata e di amare a sua volta.
Come facilmente si intuisce dalla citazione riportata sopra, lâamore è una parte costitutiva del nostro essere, qualcosa di cui non possiamo fare assolutamente a meno. Se lâamore è un bisogno, sia il non essere amati che il non amare, portano lâuomo a alienarsi dalla sua vera identità , la quale trova il suo fondamento nella somiglianza a Dio (che, come giustamente ci ricorda il nostro pastore universale) è Amore. Questa consapevolezza ci obbliga moralmente a venire incontro a quelle persone che non hanno la fortuna di avere in chi gli sta vicino una fonte di affetto.
In molte occasioni la sacra scrittura rivela quanto sia importante la vita affettiva (che va ben oltre lâ eros). Pensiamo alla solitudine di Adamo nellâeden, allâamicizia fra Davide e Gionata, al rapporto fraterno che intercorreva fra i discepoli e Gesù. Pensiamo al forte senso di familiarità che dimorava nellachiesa primitiva. In tutti questi esempi, (se ne potrebbero fare tanti) la dimensione affettiva non si ferma a segni e parole (inutili se non accompagnate da fatti).
Lâamare cristiano si esprime in due dimensioni: verticale e orizzontale, una rivolta a Dio lâatra allâuomo. Esse non sono affatto scisse fra di loro, anzi, non possono concepite separatamente. Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stain) diceva che lâuomo poteva trovare un metro per lâamore verso Dio in quello che provava verso lâuomo.
Un impegno: facciamoci dispensatori della consolazione di Dio. Essa può abitare il nostro operato sotto forma di uno sguardo accogliente, una parola detta con franchezza, un gesto di misericordia. Forse la povertà più diffusa è quella di amore. Diamo il nostro piccolo contributo per combatterla.
Eânoto a tutti come uno degli ultimi documenti scritti da Benedetto XVI abbia come oggetto proprio questo argomento. Ma lâattenzione che questi dedica al tema non si limita qui. Nel discorso che il nostro papa fa a tutti i partecipanti al convegno di Verona afferma: La persona umana non è, dâaltra parte, soltanto ragione e intelligenza, che pur ne sono elementi costitutivi. Porta dentro di se, iscritto nel più profondo del suo essere, il bisogno di amore, di essere amata e di amare a sua volta.