Spiace, spiace assai che lâamico e stimato avv. Vincenzo Bassi (qui il suo intervento), giudichi in termini così negativi una riflessione pubblica del Consiglio Comunale sullâeventuale istituzione del âRegistro delle Unioni Civiliâ, riflessione posta alla stregua di una âiniziativa propagandisticaâ, per âdare visibilità alla sinistra radical chicâ (di Vasto?).
In un momento in cui tanti comuni dâItalia, pur scontando un enorme ritardo rispetto ai comuni dâEuropa, hanno istituito o stanno per istituire quei Registri ,âsenza valore giuridicoâ come li etichetta Vincenzo Bassi. Non una parola sullâurgenza politica, e prima ancora civile, di affrontare il problema delle âUnioni Civiliâ, finalmente con una seria riflessione âlaicaâ, ovvero senza condizionamenti ideologici e retoriche nostalgie passatiste.
Addirittura la Chiesa cattolica ha impegnato un Sinodo per discutere delle famiglie (il plurale è necessario), della gestione delle loro crisi e del destino sociale e religioso di chi ne soffre, con amarezza e sofferenza, le conseguenze. Il Parlamento, speriamo presto, dovrà discutere lâassetto giuridico che vorrà dare a quelle âUnioniâ, che possiamo anche non chiamare âmatrimoniâ ma ad essi somigliano moltissimo, atteso che un Parlamento non può più disattendere le legittime richieste di tanti cittadini che vivono una condizione di famiglia in modo non tradizionale.
Il Consiglio Comunale deve occuparsi di âFamiglieâ? Appunto: è quello che ha fatto! Con buona pace di chi volge lo sguardo altrove e non riconosce alcun diritto a chi anche in merito alla costituzione di una famiglia la pensa diversamente, senza commettere alcun reato. E se poi commette o meno âpeccatoâ, non è compito del Consiglio Comunale occuparsene.