Stato di precarietà permanente per i lavoratori dell'Istituto 'San Francesco d'Assisi' a Vasto Marina, sempre alle prese â e da mesi ormai â con la problematica degli stipendi accreditati in notevole ritardo e che vanno pure accumulandosi.
A conti fatti sono attualmente tre le mensilità che mancano all'appello per centinaia di dipendenti, una situazione che acuisce tensioni e malumori di quanti continuano comunque a garantire regolarmente le proprie prestazioni giornaliere nella struttura sanitaria. E ancora una volta, al di là di qualche voce isolata, torna la politica a finire nel 'mirino', ed il 'j'accuse' è verso il silenzio della stessa relativamente ad una realtà che è carica di disagi per molti.
âIl 10 luglio, se non arrivano le risorse necessarie dalla Asl Lanciano-Vasto-Chieti, saranno tre i mesi senza stipendioâ, sottolineano i rappresentanti della sigla sindacale del Settore Sanità Privata della Cgil. Come detto è di nuovo la classe politica ad essere chiamata in causa, dai vertici della Regione Abruzzo (ed in particolare i consiglieri del territorio Mario Olivieri, presidente della Commissione Sanità , e Pietro Smargiassi), all'assessore Paolucci ed al presidente D'Alfonso, oltre ai parlamentari Maria Amato e Gianluca Castaldi.
âTra molti lavoratori serpeggia la paura â rilevano ancora gli esponenti della Cgil -, temono di non percepire neanche lo stipendio relativo al mese di luglio e senza stipendio non sanno davvero come andare avantiâ. E stavolta non è la direzione aziendale della Fondazione Padre Alberto Mileno, come era accaduto in precedenti mobilitazioni, ad essere contestata, ma l'indice è puntato sui mancati trasferimenti, da parte delle Asl dâAbruzzo (Chieti), Molise e Puglia, delle somme necessarie al pagamento delle prestazioni erogate regolarmente agli utenti dalla struttura riabilitativa della marina vastese.
L'appello finale della Cgil: âChiediamo allâassessore Silvio Paolucci e al direttore generale facente funzioni della Asl di Chieti Pasquale Flacco di trovare una soluzione e intanto di erogare un congruo acconto al debito accumulato, affinché la Fondazione possa andare incontro alle esigenze più urgenti dei lavoratori e delle loro famiglie e pagare finalmente gli stipendiâ.