Eâ stato particolarmente seguito, domenica 4 gennaio, lâincontro, organizzato dalla parrocchia di San Marco Evangelista, sul tema âAdolescenza e rapporto genitori-figliâ, presso il salone parrocchiale.
Il relatore, don Marco DâAgostino, sacerdote della diocesi di Cremona e autore di libri di successo, tra cui, per le Edizioni San Paolo, il recente volume âA Dio cosa importa di me? Adolescenti al bivioâ, è stato presentato dal parroco don Gianni Carozza, che ha anche sottolineato sia lâamicizia che lo lega a don Marco, suo compagno di studi al Biblico, sia lâimportanza che riveste per lui lâimpegno formativo dei fedeli.
Don Marco ha precisato che il suo intervento non era finalizzato a proporre ricette già confezionate, poi con un eloquio semplice ed accattivante ha spiegato il significato del termine âadolescenzaâ e quello di âessere adultoâ, per richiamare subito dopo che al tavolo dellâeducazione siamo seduti noi adulti. Don Marco ha delineato, pertanto, come deve essere lâatteggiamento degli adulti (in particolare dei genitori) nei confronti degli adolescenti.
Innanzitutto occorre accettare che gli adolescenti siano diversi da noi e facciano il proprio cammino, per cui bisogna tagliare con generosità il cosiddetto âcordone ombelicaleâ.
In secondo luogo bisogna dimostrare âtrasparenzaâ, creando le condizioni perché il dialogo funzioni. Un adulto che dice ad un adolescente: âTu mi hai delusoâ, può provocare chiusura totale e impedire che lâadolescente confidi le sue problematiche.
In terzo luogo occorre essere âadulti testimoniâ che ci impegniamo quotidianamente nella fatica educativa, offrendo agli adolescenti, attraverso la nostra vita, autentici modelli di riferimento che sappiano dare valenza anche alle esperienze di dolore.
Infine, ha detto don Marco, bisogna essere âadulti buoniâ che sanno gioire del bene e, in quanto cristiani, sanno proporre prodotti âmolto altiâ.
Eâ seguito un interessante dibattito, dove sono stati richiamati soprattutto sia la necessità delle alleanze educative tra famiglia, scuola e parrocchia e sia il prendere coscienza che i ragazzi hanno bisogno di essere accolti, non giudicati.