Da tre secoli, per i vastesi, il 3 novembre è la festa di San Cesario Martire

Solenne celebrazione lunedì sera con il vescovo dei Marsi Pietro Santoro

Lino Spadaccini (NoiVastesi)
03/11/2013
Tradizioni
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Da oltre trecento anni, per i vastesi, il 3 novembre è la festa di S. Cesario Martire.

Oggi sono previste quattro S. Messe, alle 7:30, 10, 11:15 ed alle 18 ma, trattandosi di giorno festivo, non potendosi celebrare messe specifiche per il Santo Martire, in quanto prevale necessariamente quella della domenica, con letture e orazioni proprie, è stata prolungata la festa anche domani, con la S. Messa in cripta, alle ore 8, e la Solenne Concelebrazione alle ore 18, presieduta da S. E. Mons. Pietro Santoro, Vescovo di Avezzano, a cui seguirà la processione all’interno della chiesa.

Sabato 9 novembre, alle ore 19, seguirà un altro interessante appuntamento con l’intervento della prof.ssa Lucia Serafini, docente di Restauro Architettonico presso l’Università G. D’Annunzio, sul tema “La cripta, il coro e l’architettura pratica di Nicola Maria Pietrocola, architetto vastese”, ed a seguire 'luci' sulle proposte progettuali illustrate dall’arch. Laura D’Alessandro.

Nei giorni immediatamente successivi alla festa, verranno avviati i necessari e urgenti lavori di restauro dell’urna che accoglie le spoglie del Santo Martire, nella speranza che i lavori possano concludersi entro il prossimo anno. 

LA STORIA - Vaghe sono le notizie sulle origini di San Cesario. Dal Marchesani e da altri storici, sappiamo che il corpo del martire venne estratto dal cimitero di Castuli situato a Roma sulla via Labicana, l’attuale Casilina, nell’anno 1672 in seguito alla scoperta fatta da Raffaele Fabretti. Secondo la tradizione sembra siano stati ritrovati due corpi, quello di S. Castulo, che il martirologio romano festeggia il 3 marzo, e l’altro di difficile identificazione. Insieme ai corpi fu rinvenuta anche un’iscrizione nella quale si legge “zetarius cubicoli Diocletiani Augusti”, ovvero Castulo era il “cameriere dell’imperatore Diocleziano”, poi fu arrestato, insieme alla moglie Irene, e sepolto vivo nella cava arenaria sulla via Labicana. Secondo lo storico prof. Carlo Marchesani, S. Cesario potrebbe essere invece un soldato romano, il quale convertitosi al cristianesimo, mentre conduceva al martirio Castulo, subì la sua stessa sorte. Il nome di S. Cesario, probabilmente deriva dal termine “zetarius”, assonante a “cesarius”; mentre secondo la tradizione vastese, potrebbe essere stato attribuito in onore di Don Cesare Michelangelo d’Avalos, che il 3 novembre 1695, donò il corpo del martire alla chiesa di S. Maria Maggiore.

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