Il tir per caricare la roba è arrivato poco prima delle 22. à lo stesso del tentativo azzardato di sabato 20 e, come in quel caso, è guidato dal titolare della Silda, Daniele Di Battista.
Insieme al mezzo pesante sono arrivati anche un furgone e unâaltra auto.
La situazione si è sbloccata in tarda serata, dopo che nella mattinata i lavoratori hanno deciso di accettare lâaccordo stipulato dai legali delle parti: una fideiussione in garanzia delle somme arretrate in cambio del carico della merce non posta sotto sequestro. La âscalettaâ prevede il versamento degli stipendi di maggio, giugno e luglio entro il 31 luglio; 13esima e ferie 2013 entro il 15 agosto; tfr entro il 15 settembre.
A fare da garante è la società Calzaturificio Del Gatto di proprietà della moglie di Di Battista, Silvia Del Gatto, che detiene il 100% della Silda (nome nato dallâunione delle iniziali dei due coniugi-imprenditori).
Allâarrivo del tir i lavoratori non hanno accennato nessuna protesta. Non sono mancati però momenti di commozione per quei prodotti diventati quasi il simbolo dellâesito negativo della riconversione. Il mezzo pesante si è posizionato sul retro dello stabilimento. Di Battista ha evitato il passaggio dinanzi ai suoi ex dipendenti.
Le operazioni di carico sono andate avanti tutta la notte terminando allâalba. Ci sono voluti due tir (il secondo arrivato a notte inoltrata) e un furgone per portare via i semilavorati. Il tutto è avvenuto alla presenza del custode giudiziario e del maresciallo dei Carabinieri di Gissi, Luigi Lacerenza.
Nel tardo pomeriggio il giudice del lavoro ha comunicato lâincontro tra le parti fissato al primo agosto disponendo nel frattempo la conservazione dello stato dei beni e dei luoghi. Un passaggio, questo, al centro di diverse interpretazioni. Se i beni da prendere in considerazione fossero tutti quelli presenti nel capannone il carico non sarebbe potuto avvenire. La mancanza di notifica del provvedimento allâazienda, però, ha poi lasciato la situazione invariata. Oggi la comunicazione del giudice dovrebbe essere notificata alla Silda; secondo Giuseppe Rucci della Cgil non è escluso che lâazienda sia obbligata a riportare tutto indietro per evitare sanzioni.
Ora il presidio andrà avanti, anche se non 24 ore su 24. Lâobiettivo è non far spegnere i riflettori sullâex Golden Lady. Bisognerà ora capire il futuro della Silda.
Per i lavoratori che osservavano le operazioni di carico lâazienda marchigiana deve chiudere definitivamente lâavventura gissana, auspicando come ultimo atto la rimozione del grande striscione con il logo aziendale.