Ex Golden Lady e riconversione fallita: un compleanno del tutto 'amaro'

Le considerazioni del segretario provinciale della Filctem-Cgil Giuseppe Rucci

Michele Tana
28/05/2013
Attualità
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Il 29 maggio 2012 veniva sottoscritto a Roma quello che – nelle intenzioni – doveva essere un accordo fondamentale per il rilancio delle sorti lavorative nella Val Sinello e nell’intero territorio.

Veniva firmata l’intesa per la riconversione industriale (con il subentro delle aziende Silva Invest e New Trade) per le lavoratrici ed i lavoratori della fabbrica del comparto tessile, storica a Gissi, Golden Lady, che oltre a risolvere i problemi occupazionali delle persone interessate, poteva diventare in termini di prospettive una opportunità anche per ulteriori incrementi occupazionali.

Il segretario provinciale della Filctem-Cgil, Giuseppe Rucci, interviene alla vigilia di questo ‘compleanno’ che, a conti fatti, è tutt’altro che di festa, decisamente amaro, anzi, alla luce di quella che è la realtà della situazione.

“Cosa rimane oggi di quell’accordo, delle passerelle politico-istituzionali, dei manifesti celebrativi, delle paginate sui principali quotidiani nazionali, delle apparizioni televisive della Fornero sul tema o del metodo di lavoro del Ministero portato ad esempio positivo su come si possono risolvere drammi occupazionali?”, sono gli interrogativi di Rucci che, punto per punto, traccia l’attualità del quadro per quanti interessati.

SILDA INVEST - L’abolizione della ‘formazione on the job’ con la legge di stabilità 2012 (relatori furono due parlamentari abruzzesi, Legnini del Pd e Tancredi del Pdl) fu il primo drammatico colpo assestato dalle stesse Istituzioni alla riconversione. Da allora si è cercato di trovare soluzioni alternative, come sempre da soli, che non hanno prodotto quanto auspicato; la situazione ad oggi è quella di aver visto lasciare l’azienda circa 60 lavoratori, che sono tornati in mobilità, ed enormi problemi ai restanti circa 170, poiché ci sono grossi dubbi rispetto al futuro e al progetto industriale ancora in essere. Si parlava di creare un polo calzaturiero, di fare altri investimenti circa l’innovazione e la ricerca, ecc. Nulla di tutto questo, se non i sacrifici continui di centinaia di lavoratori che hanno lavorato per 8 mesi senza salario, con la speranza di agevolare il progetto e che oggi non esitano a vedere la mobilità come unica certezza di reddito per il futuro. Anche la Silda non riesce concretamente a dare quelle garanzie che il territorio ed i lavoratori si aspettavano.

NEW TRADE - Disastro totale. Con la benedizione del Ministero e di tutte le Istituzioni locali, si è permesso di far insediare sul nostro territorio una azienda che sin da subito ha iniziato a manifestare una certa ripulsione verso il sindacato, i contratti nazionali da rispettare, le legittime richieste delle lavoratrici e dei lavoratori e il rispetto degli accordi sottoscritti. Ad oggi lavorano soltanto 10 ex Golden Lady dei 75 previsti,  con il paradosso che alcuni sono stati immediatamente licenziati ed i restanti, nonostante l’impegno di assunzione, neanche richiamati.

GOLDEN LADY- I rappresentanti dell'azienda hanno creato, con le loro scelte, il disastro a livello occupazionale. Per onestà sono anche stati gli unici a mettere a disposizione delle risorse per agevolare la riconversione (10.000 euro per ogni assunto alla Silda e affitto gratuito del capannone per 7 anni alla New Trade). Per quello che mi riguarda sono loro i primi che dovranno nuovamente farsi carico della mancata riconversione ma, nonostante le prime disponibilità iniziali a trovare soluzioni, negli ultimi mesi sono nuovamente “spariti”.

ISTITUZIONI - Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo economico, Regione, Provincia e Comune si sono letteralmente liquefatti. E’ incredibile come, nonostante tutti siano a conoscenza della drammatica situazione, seppur sollecitati (ultima richiesta unitaria datata 19/03/13), nessuno prenda iniziative. Come si può accettare supinamente che questo territorio venga umiliato in questo modo? Come si può pensare che centinaia di lavoratrici e lavoratori ai quali era stata data una nuova prospettiva, vengano abbandonati al loro destino? Come non farsi carico di riavvicinare la Politica ai problemi reali delle persone con risposte ed iniziative concrete (basta con solidarietà e sterili comunicati stampa vagamente autoassolutori…) cercando di sanare quell’abisso che oggi viene rappresentato principalmente dall’astensionismo o dalla sfiducia verso le Istituzioni?

Aggiunge ancora Rucci: “Le organizzazioni sindacali, con tutti i loro limiti, continuano quotidianamente a confrontarsi con questi lavoratori, raccogliendo la loro disperazione, le loro legittime critiche, i problemi di una prospettiva che non si vede, neanche per i loro figli, cercando di fare quanto possibile, stante la ingarbugliata situazione. Pare che tra il 10 ed il 14 giugno possa arrivare una convocazione dal Ministero; attendiamo fiduciosi con la consapevolezza che, almeno questa volta, al tavolo le Istituzioni locali pretendano chiarezza, soluzioni certe e rapide, pretendano che in questo territorio non possa e non debba esserci spazio per avventurieri o pseudo imprenditori, perché la qualità è un termine che deve essere utilizzato non solo per i prodotti da realizzare, ma anche nelle azioni e nei comportamenti conseguenti, soprattutto per quella che viene definita… classe dirigente di un paese. A tutti i lavoratori – conclude il segretario provinciale della Filctem-Cgil - la certezza che almeno da parte sindacale nessuno verrà lasciato solo, valutando anche in ultima istanza la possibilità di impugnare un accordo mai realizzato”.

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