à un sud disperato, una Calabria violenta e immobilizzata da tanti atavici problemi, quella raccontata dalla scrittrice Angela Bubba, lâospite del terzo incontro dei Giovedì Rossettiani, andato in scena ieri a Palazzo dâAvalos.
à lâautrice più giovane tra quelli in programma: ha solo 24 anni e sta terminando la Facoltà di lettere classiche allâuniversità La Sapienza di Roma. Allâattivo, oltre a diversi racconti, ha due romanzi: âLa casaâ (Elliot, 2009) e âMaliNatiâ (Bonpiani, 2012). A intervistarla ieri il docente di Storia della critica Mario Cimini.
Ciò che gli addetti ai lavori sembrano apprezzare di Angela Bubba è il suo âmaturo e ricercatoâ linguaggio e da lì è partito il discorso. Dalla distinzione di Roland Barthes tra scrivente e scrittore: âIl primo ha una scrittura in senso transitivo, per comunicar; il secondo in senso intransitivo, dove la letteratura è uno strumento di resistenza contro lâappiattimento della lingua. Angela rientra tra questi ultimiâ, ha esordito Cimini.
Riconoscendosi nella presentazione fatta, la scrittrice ha precisato di non aderire a nessun movimento letterario attuale, sottolineando che molto dipende dalla sincerità con cui uno scrive.
âPenso ci sia in me una predisposizione innata, poi mi sono appassionata alla lingua â ha detto -. Sono stata sempre colpita dallâespressionismo dei dialetti, maggiore rispetto a quello della lingua nazionale. La pertinenza del dialetto nel cogliere certe situazioni è superiore rispetto allâitaliano medioâ. Per questo grande è la ricerca sulla lingua da lei condotta fin dagli inizi: âma non solo del dialetto, anche della lingua vecchia: ci sono termini che sembrano dialettali ma sono italianiâ.
Tra i temi affrontati quello degli autori a cui si ispira, che non le piace definire modelli, âmi fa pensare a qualcosa di statico. Leggo sempre i libri con la matita per sottolineare i passi che non mi convincono e ne scrivo i motivi. Prende così il via una discussione, un confrontoâ. Speciale è quello con Elsa Morante, che è la sua preferita. Ma anche in questo caso ci sono stati momenti di incomprensione, come per lâopera Menzogna e sortilegio: âForse perché era la prima che ha scritto e come tutte le opere iniziali troppo iperbolicaâ. Un ruolo particolare lo occupa per lei anche Corrado Alvaro, scrittore calabrese âpurtroppo poco conosciutoâ.
Tramite le letture dei brani proposte da Sara De Santis lâincontro è entrato nel vivo dei romanzi, in primis âLa casaâ, da dove emerge il ruolo universale della famiglia, in questo caso matriarcale.
Poi lâattenzione si è concentrata su âMaliNatiâ, un reportage letterario in cui racconta la sua Calabria tramite fatti tragici: le conseguenze delle rivolte di Rosarno, i danni causati da una fabbrica in abbandono che continua a emettere sostanze tossiche, la morte della giovane Federica Monteleone a causa della cattiva gestione di un black-out durante unâoperazione di appendicite, e ancora lâanalisi della Calabria della diaspora, con emigranti che ritornano e immigrati.
âDopo le rivolte di Rosarno mi è venuto naturale scriverci qualcosa. Poi nella testa avevo altre storie e ho pensato di riunirle prendendo quelle rappresentative dellâorrore della Calabria. Il titolo è un neologismo. Sono storie non positive ma dentro câè comunque la speranza: è positivo ad esempio che la madre di Federica abbia voglia di aprirsi con me o la tenacia di reagire, lâattaccamento alle parole, allâimportanza di raccontare per evitare che ciò che è accaduto si ripeta. à il simbolo della mia Regione, un posto violento che cerca di reagireâ. Lâintenzione è quella di mettere il lettore davanti ai fatti: âVoglio mostrare il dato che è violento. La Calabria non è una terra cattiva, è incattivita perché è sotto la cattività , ma se ne può liberareâ. Di soluzioni, però, la scrittrice ammette di non vederne per ora.
Prima di Angela Bubba, per i Giovedì Rossettiani erano venuti a Vasto Erri De Luca e Chiara Gamberale. Il prossimo incontro ci sarà giovedì 25 aprile con Diego De Silva (ore 18 pinacoteca di Palazzo d'Avalos).