Torre Diomede Del Moro (conosciuta anche come Torre D'Amante) è un pezzo di storia della città che rischia di andare perduto, un piccolo tesoro architettonico fortemente lesionato e finito nel dimenticatoio, che andrebbe invece riscoperto e restituito alla cittadinanza. E se le Amministrazioni pubbliche sembrano non avere i fondi, ci sono altre strade percorribili: ne sono convinti lâassociazione Vigili del Fuoco in Congedo e 72 dellâarte che con lâarchitetto Francescopaolo DâAdamo si sono attivati per il recupero della torretta in vico Storto del Passero. Questa mattina hanno illustrato lâiniziativa alla stampa proprio nelle stanze superiori dellâedificio. Presente anche Maria Teresa Malatesta, proprietaria del primo piano.
La struttura, una torretta di protezione del 1200, versa in condizioni pietose, a partire dal tetto e dagli architravi delle finestre, che stanno cedendo. Alcune stanze sono ormai il rifugio di piccioni e altri volatili e lâaria lì dentro è irrespirabile. Ora câè però la possibilità di intervenire: «Abbiamo presentato il progetto alla sovrintendenza ed è stato approvato. Si tratta della messa in sicurezza e del rifacimento del tetto con il consolidamento delle parti più ammalorate. Purtroppo la proprietà , la Asl, non ha fatto nulla per la manutenzione. Fino agli anni â80 le stanze superiori erano abitate ed erano in buone condizioni, in ventâanni sono andate in rovina», ha spiegato lâarchitetto, precisando che si sta percorrendo una nuova strada. «Prima prepariamo il progetto, ottenuta lâapprovazione cerchiamo i fondi e in base a questi completiamo le opere». Per questi primi interventi servirebbero circa 20mila euro. Ora si tratta di cercare gli sponsor. «Chiediamo e accettiamo aiuti da ogni parte â ha precisato Tiziano Longhi di 72 dellâarte -. Strade alternative per il recupero del patrimonio storico ci sono e siamo qui a dimostrarlo. Però il volontariato da solo non basta, servono anche le competenze per portare avanti questi progetti».
Ancora non è stata stabilita la destinazione futura della torretta: «Non vogliamo una museificazione, vogliamo che torni a essere un luogo pubblico, magari per mostre o come spazio per associazioni. Potrebbe anche diventare un percorso alternativo per i turisti. Intanto salviamo il monumento. Poi se sarà usato e frequentato non si ridurrà in questo modo».
Dalla Malatesta la disponibilità anche per un uso degli ambienti inferiori: «Li vorremmo dare in eredità , ma a chi? Vorremmo delle garanzie a lungo termine». Una richiesta su cui lâassessore Sputore, giunto a conferenza iniziata, non ha potuto dare risposte ma si è impegnato a collaborare con gli organizzatori.
Lâobiettivo dei soggetti coinvolti comunque è ambizioso: collaborare per recuperare non solo la Torre ma anche altri tesori della città . «Le condizioni del patrimonio storico di Vasto sono pessime. Se continua così non resterà più niente», è stato precisato senza nascondere una vena critica verso lâAmministrazione. «Vogliamo salvarlo, abbiamo cominciato con la chiesa di San Lorenzo, dove è stato già rifatto il tetto e vogliamo portare avanti anche altri progetti», ha precisato DâAdamo.
Una strada sulla quale sta già lavorando da un poâ lâassociazione Vigli del fuoco in Congedo, come spiega il responsabile Antonio Ottaviano: «Avevamo già fatto unâesperienza simile con le terme romane (ndr. da loro gestite) e per la torretta ci siam mossi nello stesso modo, abbiamo cercato collaborazione e abbiamo trovato lâarchitetto, che lavora a titolo gratuito, e 72 dellâarte». Lâassociazione ora ha il comodato dâuso della Torre per tre anni rinnovabili, ma come puntualizzato, il contratto andrà prolungato e dovranno essere stabilite con la proprietà garanzie anche sulla destinazione dâuso per evitare spiacevoli problemi.