Annunciati altri 30 esuberi alla Pilkington, a rischio gli uffici amministrativi

I sindacati temono la delocalizzazione

Il Messaggero (Antonino Dolce)
20/06/2012
Attualità
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San Salvo – Un nuovo allarme-esuberi alla Pilkington. Ai 210 annunciati qualche settimana fa (110 impiegati e 100 operai) si aggiungono altri 30 degli uffici Acquisti, Amministrazione e Servizi informatici comunicati nell’ultimo vertice sindacati-azienda. Tagli che comporterebbero la chiusura degli uffici e la delocalizzazione degli stessi in Polonia, Germania e Inghilterra. Dopo la diffusione della notizia sono state immediatamente convocate delle assemblee con i lavoratori interessati per programmare azioni comuni. I nuovi tagli preannunciati cambiano lo scenario. Se i 210 esuberi di qualche settimana fa sono endemici alla crisi, gli ultimi lasciano presagire scenari più cupi. Ne è sicuro Emilio Di Cola (Filctem-Cgil): «Le preoccupazioni aumentano. Vorremmo sapere cosa nascondono i nuovi 30 esuberi annunciati. Un progetto di smantellamento della fabbrica? Un preavviso di delocalizzazione?». Gli interrogativi di fronte alle notizie emerse dall’ultimo vertice azienda-sindacati fa sono diversi e si estendono anche all’indotto che ruota intorno al colosso del vetro e che costituisce il cuore pulsante dell’area industriale sansalvese. Il timore è che la chiusura dell’ufficio acquisti dello stabilimento di Piana Sant’Angelo comporti un forte calo degli ordini di componenti alle tante piccole imprese presenti sul territorio. Di Cola chiede a questo punto un intervento urgente della politica e delle istituzioni: «Non basta l’impegno del sindaco di San Salvo, ma devono scendere in campo Regione, Provincia e tutti i sindaci dei comuni del Vastese, affinché si istituisca un tavolo con i vertici dell’azienda e i sindacati». Il nodo cruciale resta l’alta tassazione, ma si sta prendendo coscienza che quest’ultima non può restare a lungo la motivazione dietro cui nascondere i ripensamenti degli investitori. Sulla carta, infatti, restano diverse chimere: il potenziamento del porto di Punta Penna, l’autoporto sansalvese in stand-by da anni, il ripristino del traffico commerciale su rotaia. Tutti punti da rivedere per non favorire lo smantellamento di uno dei siti produttivi più grandi d’Abruzzo.

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