Ebbene si! Saranno passati tanti anni ma i ricordi restano. Quando la âmovidaâ la facevo io, negli anni Settanta, Vasto passava dallo slogan âSole, mare e quieteâ a âQuelli della notteâ. Si passavano nottate seduti sui gradini della Rotonda o sui muretti del lungomare, a parlare del più e del meno. Spesso di musica, a volte di politica, frequentemente del culo diâ¦
I dancing erano luoghi per chi poteva permetterselo e, forse perché le âfemmineâ dovevano tornare a casa presto, difficilmente chiudevano otre la mezzanotte. LâAzienda di Soggiorno e Turismo organizzava manifestazioni in date ben precise, i gestori del Mimì, della Ciucculella, della Lucciola, e della Pinetina facevano a gara a chi ci rimetteva più soldi nellâospitare gruppi e cantanti famosi. Guadagnavano solo quando facevano suonare i gruppi del posto che costavano pochissimo o nulla e che, tra amici e conoscenti, riuscivano a portare frequentatori in quei locali, nelle serate estive condensate nei primi giorni di agosto. Il 18 agosto la âstagioneâ era finita.
Quando aprì a Vasto (alta) il âLavinia21â cominciarono i problemi. Scandalo! Ragazze in minigonna e occhi âpittatiâ. Capelloni e camicie a fiori. Addirittura circolava la âtrocaâ!
Per la Vasto di allora era difficile se non impossibile da âaccettareâ. Tuttavia la moda è la moda e quando questa prende piede ci si abitua. Il Lavinia21, con le sue âbottiâ dove i giovani si nascondevano per fare i âmattoniâ, chiuse nel 1972, quando lo Sporting Club, risposta moderna allâHiston Club, venne trasformato nel Paradise, prima discoteca dâAbruzzo. Il mondo giovanile locale cominciò a âmuoversiâ, grazie anche ai ragazzi âforestieriâ che venivano in quel locale. Si muoveva così tanto che presto nacque il Wast dâAymone e poco più tardi arrivarono il Rio ed il Piccolo Mondo. Eppure gli orari di intrattenimento erano soprattutto pomeridiani. Bisognava aspettare i veglioni nelle solite date (Capodanno, Carnevale, San Valentino ecc.) o qualche concerto musicale con artisti famosi per aprire in orari notturni questi locali. Passeggiare dopo cena (cosa riservata agli studenti universitari che tornavano per le vacanze o ai perditempo), in inverno a Vasto significava congelare, nei corti giubbini che lasciavano la schiena scoperta, e allora si decideva di tornare a casa. A dire il vero una alternativa câera. Si poteva andare a vedere un film porno al Supercinema, oppure andare a vedere un film porno al cinema Corso o andare a vedere un film porno al Politeama Ruzzi.
Ma torniamo allâestate. Una volta io e alcuni amici, con chitarra, fisarmonica e tamburo ci siamo messi a suonare nello spazio di arenile posto tra la Rotonda (dove câera lâufficio dellâAzienda di Soggiorno e Turismo) e la Ciucculella. Vennero i Carabinieri e platealmente ci intimarono di seguirli. Ci fecero âpassare in rivistaâ tutto il lungomare, da Stella Maris al Nettuno. Lâamico che suonava la fisarmonica, con la scusa del peso di questa, si fermò. I carabinieri incuranti proseguirono. Lâamico che suonava il tamburo, mi guardò e si sganciò come un ciclista dopo aver lanciato la volata al âvelocistaâ. Rimasi io. Davanti alla âVecchiaâ (un locale di cui quasi nessuno ricorda) mi dissero: âvai a lasciare la chitarra e non disturbare piùâ. Lo dissero comprensivi e sorridenti. Ma chi avremmo potuto disturbare, posti nello spazio tra la Rotonda e la Ciucculella in una calda sera dâagosto intorno alle ore 22? Una idea mi balena ma con certezza non ho mai saputo darmi una risposta.
Potrei raccontare altro. Potrei raccontare e forse lâho già fatto, di quando mi portarono al Commissariato perché portavo in giro per Vasto una bara sulla capote della mia A112 Elegant (facevo pubblicità ad una festa). Potrei raccontare e forse lâho già fatto, di quando i Carabinieri mi fermarono perché disturbavo le lezioni al liceo con il megafono che diceva âsabato pomeriggio al Paradiseâ â¦. Lâultima mia âmarachellaâ fu quella di mettere un sombrero a Gabriele Rossetti in occasione della vittoria dei Mondiali di calcio in Spagna nel 1982. Quel gesto però mi fece riflettere. âSe tutti facessero come meâ? (Chi poteva immaginare che dopo trentâanni una amministrazione comunale âornasseâ la testa dellâesule poeta con le lampadine di Natale?). Il tempo scorreva lento fino agli anni Novanta quando istituirono in città una facoltà universitaria e da lì... lunga storia fino alle ultime ore. Da tempo ormai, come in questi giorni, si continua a parlare dei problemi che i pubblici esercizi provocano e subiscono in città .
Che palle! Si apre con le polemiche a giugno e si finisce con le polemiche a settembre. La quiete pubblica, lâordine pubblico, la maleducazione e via discorrendo. Queste problematiche si risolvono con le regole ma queste regole devono essere âvereâ e non improvvisate perché la stagione è alle porte. Se il problema esiste lo si risolve. Se non si risolve o si è âincapaciâ oppure è un falso problema. Lâamministrazione comunale guidata comâè da una persona che non ha idee e nemmeno capacità di giudizio. I consiglieri favorevoli a questa persona solo per colore politico. I consiglieri avversari solo per opposizione. I gestori (devo generalizzare per forza) che non hanno capacità di organizzazione o di proposta (direi che soprattutto non hanno capacità di fare squadra). I giovani che vorrebbero, dâamblèe, trasformare Vasto in un luogo di âmovidaâ e forniscono esempi, senza conoscere o percorrere tutta la trafila che i luoghi portati ad esempio hanno dovuto seguire per diventare quello che sono. Coloro che non si sentono più giovani che protestano dimenticando di essere stati, un tempo, anchâessi giovani. I cittadini in genere buoni solo a lamentarsi ed a lanciare âsentenzeâ. Quelli come me: âsconcertatiâ, âdemotivatiâ, âdisincantatiâ ⦠âbasitiâ.
E allora? Allora tutti i âdisturbiâ messi insieme concentrati in tre notti. Notte Bianca, Notte Rosa, e Ferragosto, quando orde di barbari invadono Vasto portando rumore e disordine, lasciando sporcizia, vomito e orina in ogni dove. âPortando però quel âmovimentoâ che tanto si desideraâ, dicono in tanti. Ma perché quel âmovimentoâ non potrebbe esserci ogni giorno? E dove dovrebbero andare quelle persone che dopo lâuna non trovano più attrazioni? E chi controlla queste persone che, magari fino alle quattro del mattino, si trattengono sulle scalette sotto casa mia a bere e a sghignazzare? (quando non fanno altro). Un pubblico abituato non causa né subisce disagi. Movimento tutte le notti. Si potrebbe fare se solo esistesse una regola âveraâ, pensata e non improvvisata, programmata e non estemporanea. Una regola che partisse da una analisi, valutasse esempi, applicasse âmodelliâ, dettasse modalità e tempi in maniera meditata, non casuale.
Questo però rimane un sogno. E così lâamministrazione comunale si potrà vantare, il cittadino sarà compiaciuto, lâesercente si accontenterà , mentre ⦠il âgattopardoâ miagola e fa le fusa.