Verrà presentato domenica pomeriggio, nel corso di un pubblico incontro programmato presso la Pinacoteca di Palazzo d'Avalos dalle ore 16.30, il libro "Gli Ortolani di Vasto, tra storia e antropologia", di cui autori Nicolangelo D'Adamo e Nicola D'Adamo, Editore 'Il Torcoliere', di un altro D'Adamo, Bruno. Si legge nella quarta di copertina: "Dice un vecchio proverbio che 'quando scompare un anziano, scompare una biblioteca'. Obiettivo di questo lavoro è proprio questo: salvare dallâoblio unâimportante pagina della storia locale, recuperare alla memoria uno dei mestieri più caratteristici di Vasto, lasciare 'traccia scritta' di un settore tra i più vitali che con i suoi 1.200 addetti ha dato grande impulso allo sviluppo dellâeconomia locale nel secolo scorso. Lo studio, basato su ricerche sul campo e testimonianze dirette, cerca di rispondere anche ad un preciso quesito: Vasto, città di mare o di orti? Gli autori dimostrano che nel recente passato Vasto è stata la 'città degli orti', con una produzione di primordine di pomodori, arance e altri prodotti ortofrutticoli, tale da servire tutti i centri del basso e medio Molise, dei comprensori di Vasto e Lanciano ed anche i grossisti per le esportazioni in Italia e allâestero. Oltre alla ricostruzione dellâampiezza degli orti vastesi e le dimensioni della produzione locale di frutta e verdura, gli autori si cimentano nellâindagine antropologica sulla vita delle famiglie ortolane: i modelli culturali, i costumi , le abitudini alimentari, la religiosità e le superstizioni, lâistruzione e quantâaltro risulta utile per presentare alla società di oggi uno spaccato della società vastese del secondo dopoguerra fino al suo inesorabile declino e radicale trasformazione. Assieme agli ortolani sono scomparse anche molte varietà autoctone di frutta e verdura. Una preoccupazione questa avvertita in tutto il mondo, tanto da spingere la blasonata Sothebyâs a tenere per la prima volta a New York il 23 settembre 2010 unâasta di frutta e ortaggi rari. Gli autori de 'Gli Ortolani di Vasto', dopo aver descritto questo mondo in tutti i suoi aspetti, raccogliendo anche gli ultimi orientamenti, formulano una serie di proposte operative per salvare, per quanto possibile, la 'civiltà ortolana'".