LA 'MASCHERATA' DELLE FINESTRE DI PALAZZO D'AVALOS E RIFLESSIONI PER UN RESTAURO A DIR POCO NECESSARIO

'Espediente' per un'immagine più decorosa in occasione della Festa IdV

Giuseppe Franco Pollutri
21/09/2010
Attualità
Condividi su:

L’idea è stata semplice ed efficace. Inutile negarlo, ma la ‘mascherata’, poiché di questo letteralmente si tratta, lascia il tempo che trova dopo la tre giorni dell’Italia dei Valori e le finestre del Palazzo d’Avalos, che si è voluto o ritenuto di nascondere alla vista della Nazione, nello stato in cui gli altri anni s’erano mostrate e oggi - credo - com’erano sono rimaste. Nicola D’Adamo dal suo blog NoiVastesi l’aveva fatto osservare. Quelle finestre in fondo al ‘teatro-scena’ dell’annuale convegno dipietrista - annotava discreto – alla luce dei riflettori televisivi erano proprio indecenti, di per sé e da far vedere. Lui suggeriva, immagino, un po’ di tinta bianca sui quei quattro infissi di legno, scrostati e anneriti dalle intemperie nel tempo. Che dire. Questa volta, in qualche modo, l’hanno ascoltato. Diciamo all’italiana o come fa la massaia frettolosa e vergognosa, nascondendo la polvere sotto il tappeto all’arrivo degli ospiti. Ora, dopo aver scrupolosamente fotografato per …“la storia” il restyling all’impronta sopra detto, messo in opera, inchiodando (con quale permesso?) i bianchi pannelli e poster ai telai, mentre aspettiamo tutti di vedere cosa faranno ora di tale mascheramento, mi permetto di osservare che forse - magari con un dovuto contributo di chi con mutuo vantaggio continua a usufruire dell’immobile vastese - una ritinteggiatura di quelle quattro finestre e mezza sarebbe costata meno o poco più, con un risultato meno fariseo e più duraturo. Ci sarebbe anche, se vogliamo - voi mi direte - di mettere mano (anche questo invece di coprirlo e impaludarlo con moquette di turno) all’acciottolato incerto e in più parti disarticolato cortile, così voluto un tempo per il calpestio solo delle carrozze dei d’Avalos e dei loro blasonati ospiti. Ma questa ancora una volta “è un’altra storia”…, anche se il mio amico Giovanni – immagino – nel leggere questa mia, come spesso gli succede, scuoterà la testa per dire: “No…, è sempre la stessa storia”! Se bella o brutta, ditelo voi, ma come dargli torto?

Leggi altre notizie su Histonium.net
Condividi su: