Mi trovavo in una grande libreria in piazza San Silvestro a Roma. Ero vestito come uno studente di âsinistraâ e portavo i capelli lunghi. Non avevo fretta, dovevo aspettare un autobus. Guardavo di qua e di là senza cercare nulla in particolare, quando alle mie spalle apparve una figura imponente, circondata da quattro distinti âsignoriâ con lo sguardo non certo gentile. Era Francesco Cossiga (o come lo scrivevamo allora Kossiga). A distanza di un metro, puntò un enorme dito indice verso di me e con il suo accento particolare mi chiese âTu! che cosa leggi di solito?â Io abbastanza inquieto (probabilmente terrorizzato), risposi: âLibri come '20.000 leghe sotto i mari'â. Devo avergli dato una risposta che lo sorprese, perché esitò nel replicare. Ebbe come un tic. Arricciò il naso, inspirò e mi disse: âRisposta molto particolare, ti consiglio la carriera diplomaticaâ. Si voltò e andò via mentre uno degli accompagnatori sorridendo gli diceva qualcosa sotto voce.