LA BENEDIZIONE ED IL TAGLIO DEL NASTRO DEL VESCOVO BRUNO FORTE AL CENTRO 'LUCE DOWN' DELL'ARDA DI VASTO

La struttura socio-riabilitativa ha sede in via Pompeo Suriani

Roberta Crema
28/06/2010
Attualità
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Il classico taglio del nastro e la benedizione del vescovo della diocesi di Chieti-Vasto monsignor Bruno Forte per l'inaugurazione della sede di via Pompeo Suriani del centro socio-riabilitativo 'Luce Down' della sezione vastese dell'Arda, l'Associazione Regionale Down Abruzzo. Una struttura, sottolinea il presidente dell'Arda di Vasto, Giuliano Giammichele, che vuole porsi come punto di riferimento per assicurare, attraverso il coordinamento del comitato medico scientifico dell’Associazione, i controlli periodici di esami strumentali e di laboratorio e di visite mediche specialistiche; la realizzazione di una serie di attività riabilitative calibrate al raggiungimento della maggiore formazione e autonomia possibile e mirate all’integrazione; la sperimentazione di soggiorni di autonomia totale in comunità protetta. L'oiettivo è offrire pari opportunità e pari dignità ai disabili in situazione di gravità significa difendere e migliorare la loro vita. Sull'apertura del centro interviene il presidente dell'Istituzione dei Servizi Sociali Andrea Bischia. "Sento il dovere morale di complimentarmi - afferma - con quanti hanno voluto e deciso di istituire una sede specifica che si occupa della disabilità della sindrome di Down a Vasto e che sarà da supporto a tante famiglie che vivono il problema. Un progetto che vuole essere, spero, inteso come una pietra angolare per arrivare ad uno più ambizioso, più ampio, che è quello di una vera e propria 'casa famiglia', dove ragazzi e adulti possono vivere dando loro la possibilità di esprimersi. Questo sarebbe un bel successo per tutta la comunità vastese e libererebbe da un peso insormontabile i genitori di questi ragazzi, che vivono soprattutto con il terrore, con la paura di non sapere quale fine faranno i propri figli quando a loro mancheranno le forze per accudirli e seguirli. Sono molti - aggiunge Bischia - coloro che vivono questo tormento e mi piacerebbe che si potesse attraverso le istituzioni (ad ogni livello), le associazioni che operano nel sociale e la chiesa, avviare un discorso che possa far venire alla luce un progetto di 'casa famiglia', per dare seguito e corpo alle iniziative di associazioni che vogliono aiutare e semplificare la vita di questi ragazzi e in più dare serenità e dignità alle famiglie che vivono questo stato di forte disagio e preoccupazione per il futuro dei propri figli. Ringrazio il presidente Giammichele - conclude - per aver dato un altro notevole contributo in favore delle categorie più svantaggiate".

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