NON SONO LE RECINZIONI LA SOLUZIONE, L'INTERVENTO DI MASSIMO DESIATI

Massimo Desiati
18/06/2010
Attualità
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Nel luglio del 2004, assessore regionale al Territorio, Ambiente e Turismo, portai all’approvazione del Consiglio regionale il Piano Demaniale Marittimo, da tempo atteso. Con esso, si definivano i principi per l'esercizio delle attività con fini turistico-ricreativi sulle aree demaniali, fissando criteri e parametri. Inoltre, si individuavano gli obiettivi da raggiungere per il suo tramite: tutela ambientale e sviluppo ecosostenibile nell’uso del demanio marittimo, garanzia per agli operatori turistici circa la possibilità di ottimizzare gli investimenti dell'attività d'impresa, sviluppo omogeneo sulle aree demaniali destinate ad uso turistico-ricreativo di tutto il litorale abruzzese, nel rispetto del patrimonio naturale e degli equilibri territoriali ed economici; offerta di strutture e servizi di qualità al turismo balneare; gestione integrata dell’area costiera; tutela del territorio, nelle aree a rischio di erosione. Il Disegno di Legge, prima della sua approvazione, fu discusso con le Categorie economiche, Associazioni e Comuni interessati, come è ovvio che fosse. Al termine del confronto, fu portato in approvazione e, in Consiglio regionale, fu votato (cosa rara) da una larghissima maggioranza se non, addirittura, all'unanimità (non ricordo bene). Naturalmente, le norme contenute nella Legge hanno avuto vigore per tutti i 19 Comuni della costa abruzzese, anche per Vasto. Bisogna fare questa sottolineatura poiché il nostro Comune, chissà perché, sembra oggi rappresentare una repubblica a parte! All’art. 5 della Legge, quello dei Criteri generali, il comma 17 recitava: E' vietata la recinzione degli stabilimenti balneari situati nelle aree in concessione. All'epoca, questo aspetto della Legge non sollevò alcun problema. Anzi, tutti ne furono convinti assertori: da Martinsicuro a San Salvo, lungo i 120 km di costa. Oggi, il Consiglio Regionale modifica questo aspetto, e solo questo, della Legge, permettendo recinzioni alte un metro ed ottanta (oltre lo sguardo, quindi). E' certo possibile, a volte doveroso, modificare le Leggi nel tempo ma, altrettanto certamente, questo accade quando, soprattutto per una Legge di governo del territorio (nel nostro caso, demaniale), una forte richiesta dovesse giungere dai Comuni interessati o dalle Associazioni di categoria, insomma, da realtà che ne abbiano pieno titolo. Invece, nel caso della norma che vietava le recinzioni, questo è avvenuto… spontaneamente, per mano del Legislatore regionale. Si vuol dire che il…gravissimo problema delle “recinzioni degli stabilimenti balneari” non è stato sollevato da nessun Comune interessato né dalle istituzionali Associazioni di categoria. E' stato sollevato soltanto a Vasto. In nessun altra parte del litorale abruzzese, in nessun altro Comune (a meno che non fosse un cordone o una bassissima retina a vista), si è sentita la necessità di recintare gli stabilimenti balneari. A Vasto, sì. Ora, si comprendono i motivi di sicurezza, che sono importantissimi; la garanzia di delimitazione, anche se non accade mai che il vicino…si allarghi su altre concessioni; l'affermazione di titolarità sul bene demaniale concesso ma, ci si chiede, perché nelle altre parti d'Abruzzo, questo problema non esiste?! Ritengo ci siano altri modi per tutelare la sicurezza degli impianti balneari, le loro strutture mobili e le attrezzature relative. Si fa come si fa nelle altre parti d’Italia in cui non esistono esigenze di delimitazione determinate da altri motivi. Si incaricano cooperative di guardianìa associando gli stabilimenti balneari e non dividendoli con steccati e palizzate! Il mio intervento è mosso solo dal fatto di aver redatto, dal punta di vista della politico-amministrativo, il Piano Demaniale originale e, quindi, dal voler dire la mia circa eventuali successive modifiche. Certo è che, se prima in altre parti d’Abruzzo e dell’intera costa adriatica, il problema della sicurezza degli stabilimenti balneari è stato risolto in altri modi, oggi, è possibile che l’esempio vastese faccia… scuola. Ma una Legge i problemi dovrebbe risolverli e non crearli! Grazie a Dio, la spiaggia di Vasto è così ampia e meravigliosa da poter e dover evitare simili brutture. Il commento di Francesco Romanelli: "Sono d'accordo con quanto scritto da Massimo Desiati. Ancora una volta i nostri rappresentatanti regionali volano basso molto basso. Mi piacerebbe sapere se in seguito alla modifica dell'articolo di legge sia stata allegata una proposta per lo sviluppo ed il lavoro nell'ambito del turismo balneare. Se sì dove e quando è stato pubblicato. Fiducioso... sempre fiducioso attendo".

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