VERSO IL BALLOTTAGGIO, S'INFITTISCONO I CONTATTI

Michele Tana
01/06/2006
Attualità
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I cinquemila voti di Peppino Forte, fanno ''gola'', a sinistra come a destra. E' fin troppo scontato alla luce di un risultato di tutto rispetto e dunque di un bottino di consensi che certamente potrà giocare un ruolo di primissimo piano al ballottaggio dei prossimi 11 e 12 giugno. Lo sa bene il giornalista vastese che dopo una campagna elettorale condotta senza lesinare energie, sforzi ed investimenti, si trova ora a dover gestire un ''patrimonio'' non indifferente, nell'obiettivo di poterlo il più possibile valorizzare in quello che sarà il futuro quadro politico cittadino. I contatti sono molteplici e Forte, quotidianamente, ha incontri e vertici con i rappresentanti di chi si confronterà al prossimo turno elettorale. Il ''canale privilegiato'', ovviamente, è quello del centrosinistra, raggruppamento nel quale Forte ha debuttato politicamente alle elezioni regionali della scorsa primavera e nel quale lui stesso, più volte, anche nella recente campagna elettorale, ha ribadito di appartenere. Ed allora la trattativa con Luciano Lapenna ed il suo staff è più che mai in corso. Lo scenario che sembra possibile è quello di un accordo politico, e non di un apparentamento tecnico, che comunque contempli un'adeguata presenza e visibilità dei rappresentanti della lista Forte per Vasto (il terzo partito in città) all'interno della futura Giunta municipale. E per Forte non sarebbe male la prospettiva di un incarico istituzionale quale la presidenza del Consiglio comunale. Bisognerà comunque verificare, sul punto, la disponibilità all'accordo della Margherita, partito di maggioranza relativa che di sicuro vorrà far pesare il suo 20 e passa per cento di voti raccolti al primo turno. Trattative e continui contatti pure in casa centrodestra. Ed anche qui la parola apparentamento non sembra trovare troppa adesione nel candidato sindaco Giuseppe Tagliente che preferirebbe il semplice accordo elettorale con Guido Giangiacomo di Forza Italia. Per quest'ultimo, però, un patto elettorale non può prescindere da un apparentamento ufficiale tra le due forze di centrodestra divise al primo turno.

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