Sono così tante le incoerenze, rilevate dai vari interventi tenuti nella conferenza stampa inerente la nuova gestione di Palazzo dâAvalos, che si potrebbe scrivere un articolo lunghissimo. Tuttavia gli articoli lunghi dopo un poâ annoiano, quindi tenterò di essere breve. Partirò da una responsabile e cosciente ammissione del presidente della Fondazione, Ernano Marcovecchio che dice: âLa nostra ambizione è quella di promuovere Palazzo dâAvalos su tutto il territorioâ. Giustamente il presidente è cosciente delle competenze, delle esperienze e delle professionalità che la sua Fondazione può esprimere e precisa âtutto il territorioâ. Non parla di tutta la provincia, tutta la regione, di tutta lâItalia ed oltre, si ferma a âtutto il territorioâ. Comunque il presidente Marcovecchio ha a disposizione un intero anno, per acquisire la dovuta esperienza ed allargare, fuori dal territorio da Lui indicato, la promozione di Palazzo dâAvalos. Il primo cittadino, il quale ha sottolineato che âla nuova gestione ha il compito di far decollare Palazzo dâAvalosâ specifica che il Palazzo, dovrà diventare âuna fabbrica di eventi e non una fabbrica di debiti come, purtroppo molto spesso è stato in passatoâ. Dimentica questo primo cittadino che anche in passato era primo cittadino. Quando si è autonominato assessore alla Cultura, che cosa ha fatto? Il suo predecessore ha portato a Vasto, oltre a tanto altro, una mostra, realizzata con i âfichi secchiâ, solo contro tutti. Lo stesso è partito ed è andato a colloquio dal ministro per i Beni Culturali, con lâautorevolezza e la determinazione che deve avere un assessore alla Cultura. In quella occasione, di Vasto e di Palazzo dâAvalos, si è parlato su testate giornalistiche italiane ed estere (Repubblica, Corriere della Sera, Guardian, Times ecc.), e non sui giornaletti da bar. Quellâassessore ha sostenuto sulle sue spalle tutti gli oneri e tutte le critiche. Queste ultime arrivarono esclusivamente dai suoi âalleatiâ nellâambito dellâamministrazione comunale, sindaco in testa. Vogliamo piuttosto puntualizzare: âFino ad ora - afferma Lapenna - ognuno ha fatto quello che ha voluto: si sono fatte cene e pranzi a Palazzo dâAvalos. Ora le autorizzazioni le darà la fondazioneâ. Chi è che si è opposto alla realizzazione di âEnotriaâ che prevedeva stand di degustazione nelle sale della Pinacoteca? Da quale capitolo di bilancio sono venuti fuori i soldi per âle cene ed i pranziâ che si sono tenuti al Palazzo? Mi fermo qui (non senza precisare che: non ho mai cenato o pranzato al dâAvalos. Mi hanno fatto celebrare solo tre matrimoni, perché celebrare matrimoni potrebbe portare voti). Su quanto dichiarato dallâattuale assessore: âVasto, deve diventare una sorta di rete di opportunità culturali che fanno perno su Palazzo dâAvalos, mettendo in rete tutto il resto e, in particolare, le Terme Romane e la passeggiata archeologica. Molto importante sarà la promozione nelle scuole, la nuova cartellonistica, le iniziative che saranno organizzate e gli orari: in estate Palazzo dâAvalos sarà aperto tutti i giorni. Per gli altri mesi tutti i festiviâ, lascio il giudizio al lettore. Credo di essere stato sufficientemente stringato. Magari il seguito in un prossimo articolo.