BOSCO DI DON VENANZIO, LA RISERVA REGIONALE 'DIMENTICATA'

Massimo Desiati
14/03/2010
Attualità
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Nel territorio della nostra città, c’è un’altra riserva naturale oltre quella di Punta d’Erce ma si fa finta di non saperlo. E’ stata istituita con Legge regionale, nel 1999, e si chiama “Bosco di Don Venanzio”. E’ estesa per 78 ettari ed i suoi confini comprendono sia territori del Comune di Pollutri che del Comune di Vasto. Questa la sua presentazione sul sito web della riserva, “A due passi dal mare, il Bosco di Don Venanzio è uno degli ultimi lembi di foresta planiziaria della costa adriatica. Il bosco sorge su di una serie di terrazzi fluviali a quote via via decrescenti. Il primo, e più esteso, copre tutta la vallata del Sinello ed è stato disboscato per far posto alle coltivazioni. Sette metri più sotto un secondo terrazzamento ospita un lembo di bosco, spesso allagato in inverno, con esemplari di farnia che raggiungono anche i 25 metri di altezza. Nel successivo terrazzo, quando il fiume si ritira dopo le piene, rimangono pozze in cui si sviluppa un’interessante fioritura di piante igròfile. Infine l’ultimo terrazzo costituisce il letto del fiume in cui si trovano brasca, ranuncolo, sedano d’acqua, crescione. Non lontano dalla Riserva si trova l’antico nucleo murato di Pollutri con il suo castello medioevale”. La legge regionale istitutiva affida la gestione al Comune di Pollutri e non fa alcuna menzione del Comune di Vasto. Per le spese di gestione della riserva, il Comune di Pollutri riceve anche dei finanziamenti regionali; l’ultimo, di 44.161 euro, è in via di erogazione. Dove è il problema? Il Comune di Vasto risulta completamente tagliato fuori da qualsivoglia titolarità, nonostante la cartografia allegata alla legge istitutiva ricomprenda una fetta del suo territorio confinante con quello di Pollutri. L’Amministrazione comunale vastese ne è al corrente ma fa finta di niente, abdicando ai suoi doveri ma rinunciando anche ai suoi diritti. Non può far finta di non sapere, poiché, proprio a causa di tale immobilismo, l’ultimo sollecito pervenuto all’Amministrazione cittadina, da parte della Regione, è dell’ottobre scorso. Si tratta di una nota in cui si chiede al Comune di Vasto di esprimere la conferma della sua volontà in ordine all’inclusione dei territori vastesi nel perimetro della Riserva naturale. Ma nessuna risposta è stata mai fornita. La legge istitutiva dispone regole per la gestione, per la definizione del relativo organismo, per l’approvazione del Piano di Assetto Naturalistico e del Regolamento di esercizio, per le visite turistiche, per la ricerca scientifica e quanto altro. E poi dispone per il programma di attuazione, per gli interventi da attuare e le iniziative da promuovere per la valorizzazione di quei territori. Naturalmente, le norme prevedono anche finanziamenti annuali per la gestione della Riserva ma, probabilmente, neanche questi interessano l’Amministrazione vastese. La segnalazione ci è pervenuta dal presidente del circolo cittadino dell’Associazione Nazionale Libera Caccia, “Libera caccia punto e a capo”, Marco Scarponi. Non sembri strano che la cosa non sia stata sollevata da una delle tante associazioni ambientaliste cittadine, un motivo pure ci sarà.

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