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CAMPIONI DEL MONDO!

Cronaca della magnifica notte di Berlino

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Pirlo sì, Wiltord anche, Materazzi sì, Trezeguet traversa, De Rossi sì, Abidal anche, Del Piero sì, Sagnol sì, Grosso sì. L'Italia è campione del mondo. Una frase che a scriverla fa tremare la mano e accapponare la pelle. Campione del mondo. Nella notte di Madrid Nando Martellini lo scandì con la voce rotta dall'emozione per tre volte di seguito. Il miracolo si ripete 24 anni dopo sotto il cielo di Berlino in una serata di calcio sudato, in cui gli azzurri soffrono, ma alla fine di 120 minuti terribili e dei rigori esorcizza il fantasma della Francia. Campioni, padroni del mondo. Marcello Lippi come Vittorio Pozzo ed Enzo Bearzot. E' la sublimazione del calcio. Un pagina scritta da un romanziere folle che all'ultimo capitolo inventa il finale più drammatico dopo una partita sofferta e sempre in bilico. I bucanieri di Domenech ammainano la loro bandiera e si arrendono defintivamente. LA SFIDA - Marcello Lippi e Raymond Domenech confermano di essere due inguaribili sentimentali. Non cambiano nulla rispetto a Germania e Portogallo. Due scuole di pensiero a confronto, entrambe all'insegna dell'organizzazione. Ma Italia-Francia è anche dèja-vu, una sfida perennemente appesa alla fatalità, non a caso risolta dal dischetto del rigore. Quando Henry va a sbattere con la testa contro Cannavaro Domenech fa scaldare subito Trezeguet e Wiltord, due incubi notturni dell'Italia. I due avvoltoi della finale di Rotterdam. Quasi un esorcismo del c.t. francese. Ma il fuoriclasse dell'Arsenal non rinuncia alla sua finale. Si è sempre detto che la Francia è squadra tosta; un gruppo irriducibile che gratta gratta risolve i suoi problemi. Con il Portogallo ci è riuscita grazie a un rigore di Zidane. Perché non riprovare? Quando Malouda viene contrastato in area da Materazzi e Elizondo indica il dischetto del rigore, i Bleus alzano la cresta e annusano già l'aria dei Campi Elisi. Zizou dal dischetto va a sbattere sulla traversa, ma la palla ricade in rete. LA REAZIONE - L'effetto sugli azzurri è devastante. Per una decina di minuti la Nazionale arranca, intrappolata in una paura giustificata. Ma, nonostante il preoccupante vuoto sulla fascia di Perrotta e la precarietà di Totti, piano piano gli azzurri ricuciono lo strappo e cominciano a giocare come sanno. Lippi lo ha sempre detto: questi sono ragazzi con un carattere straordinario. E il gol di Materazzi ne è la sintesi. Sull'angolo di Pirlo, il difensore salta almeno una decina di centimetri in più di Vieira e impallina Barthez: dall'inferno al paradiso. E' il gol che dà la carica. Gattuso è l'icona: l'uomo che va su tutte le palle, che morde le caviglie senza mai ferire. La Francia si fa sorprendere del gioco alto della Nazionale riducendo la sua portata di azione in attacco e favorendo il possesso di palla. Chiusi i varchi a Ribery e Henry, anche per Zidane tutto si complica: il capitano è grande, ma autogestirsi nel pressing azzurro è praticamente un'impresa. Un'Italia migliore, senza ogni dubbio, e la traversa di Toni al 36' è il miglior biglietto da visita.
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