Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Romanzo vol. 1

Condividi su:
Qualcosa nell'aria rendeva chiaro sin dalle prime luci dell'alba che quella sarebbe stata una piacevole giornata. O forse Burt ne era semplicemente convinto. Probabilmente avrebbe avuto la stessa sensazione se quel giorno si fosse riversato un acquazzone senza uguali sulla città. Credeva di non aver chiuso occhio per tutta la nottata in attesa della luce del nuovo mattino. Alzatosi qualche minuto prima delle sei si era fatto due volte la doccia. Uscito dal box dopo la prima doccia pensava di non essersi strigliato abbastanza. Un turbine di pensieri galvanizzanti gli avevano impedito di capire cosa avesse appena fatto. Aveva passato in rassegna tutte le stanze della casa per l'ennesima volta. Nulla doveva essere fuori posto per l'arrivo di Lara. Erano le undici e venti quando Burt scorse la sua macchina che svoltava verso i garage del palazzo. Saltava i gradini a tre a tre mentre li scendeva. Con l'ascensore ci avrebbe messo più tempo ad arrivare sette piani più in basso. Ora, nel salotto antistante i laboratori della Mc Linth, sono tornati a formare la compagnia che alcuni anni prima riempiva le loro giornate. ''Abbiamo sentito molto la tua mancanza'', dice Vanja abbracciando con vigore Lara. ''Ho pensato molto anche a voi in questi anni. E se sono tornata è anche perché sapevo di trovare ancora il vostro calore. Mi siete mancati anche voi...''. ''I ragazzi hanno preferito fare un giro per la città - si scusa Burt - e così...eccoci qua''. Burt è stato spesso incluso nelle serate di Clark e Vanja soprattutto nei primi tempi della sua pesante solitudine. Lo fecero spontaneamente, senza dover riflettere molto sul da farsi. Ora si raccontano con entusiasmo. Dopo una ventina di minuti Clark sente di dover lasciare le donne ai loro discorsi che diventano sempre più intimi. ''Vieni voglio mostrarti una cosa'', dice a Burt invitandolo a seguirlo. Dopo aver attraversato qualche porta automatica i due si trovano nel laboratorio principale. Quanti monitor, pensa Burt. ''E io che a casa ho appena un misero 25 pollici''. ''Credo che per un po', terrai spento anche quello, vero?''. I due sorridono mentre Burt si gira e lancia un'ennesima occhiata a Lara attraverso le pareti trasparenti. ''Ok - riprende Clark - vuol dire che ti occuperò meno del previsto, così potrai tornare a casa per raccontare alla tua signora tutte le favolette che vuoi''. I due si avvicinano ad una delle postazioni più complesse del laboratorio. Burt sorride divertito: ''Come fai a raccapezzarti fra tutte queste lucine e pulsanti e... queste altre cose che non so neanche cosa siano?''. ''In effetti, sono attrezzature nuove, Burt, e a volte ti confesso che ho paura di perdermi anch'io tra queste lucine''. Si siedono. Clark osserva dei numeri e delle schermate incomprensibili su di un terminale al plasma ''Adesso avvio una procedura dimostrativa. Metti questo, Burt''. ''Uh? Cos'è mi vuoi lanciare nello spazio?''. ''No, caro. E' un protovisore virtuale. Ti immerge nel programma del Cevir, come se tu stessi nelle immagini che vedremo''. Lo aiuta ad indossare quello strano casco, leggerissimo e con un'ampia visiera avvolgente e trasparente che scende davanti gli occhi. Poi, Clark, fa altrettanto con uno simile. ''Vedremo le stesse immagini'' dice a Burt mentre preme un tasto su un telecomando. Le visiere perdono la loro trasparenza per trasportare i due in una visione di una spiaggia estiva ma deserta ''E' un'immagine digitalizzata di una spiaggia qualunque'', spiega Clark. ''...ma è straordinariamente reale!''. ''Vedi sul bagnasciuga?''. ''Si. Cos'è?''. ''Una medusa che la mareggiata ha sospinto sulla sabbia''. Un'altra cosa cattura l'attenzione di Burt. Un uomo in shorts e piedi nudi cammina sulla riva. La medusa è sul suo cammino. ''Clark, ma quello sembri tu!''. ''Già - risponde accennando ad un sorriso - Qui si sono divertiti a dare a questo personaggio le mie sembianze. Devo confessare che un po' diverte anche me. Ma ora osserva...'' L'uomo virtuale si ferma ad un passo dalla medusa e la osserva. ''Cosa farebbe la maggior parte delle persone in questo caso?'' chiede Clark. ''Non so...toccarla a mani nude sarebbe sicuramente urticante e pericoloso''. ''Infatti, non avendo nessun mezzo per respingerla in mare, molti concluderebbero che forse è meglio lasciarla al suo destino. In fondo potrebbe anche nuocere a qualche bagnante se venisse ributtata in acqua''. E' così che fa l'uomo in shorts: oltrepassa la medusa prestando attenzione a non toccarla e continua per la sua strada. ''E' così che avresti reagito anche tu, vero Clark? Perché quello sei tu, giusto?'' La visiera diviene nuovamente trasparente. Clark ha maneggiato ancora il suo telecomando e la spiaggia è sparita. Si alza dalla sua poltroncina e compie delle operazioni sulla strumentazione del pannello a loro di fronte. ''Ora - continua - immaginiamo di sottoporre questo signor clone virtuale agli stimoli biochimici cui abbiamo studiato in tutti questi anni''. Burt non può far altro che osservare in silenzio. ''Con questa procedura simuliamo l'afflusso controllato di sostanze chimiche e stimoli elettrici nel cervello per modificarne le reazioni emotive e psichiche.'' Tornato a sedersi armeggia nuovamente il telecomando. I due schermi proiettano un'immagine simile alla spiaggia di prima. L'uomo in shorts sta continuando la sua passeggiata. Davanti a lui un'altra medusa. Anch'essa, come la prima, rischia di morire disidratata. L'uomo la osserva brevemente poi si china. Con i palmi delle mani rivolti all'insù scava nella sabbia, sotto la gelatinosa creatura, e la solleva. Si dirige poi verso l'acqua per deporla dove può riprendersi e non essere nuovamente rigettata sulla terraferma dalle onde. Poi compie due passi indietro per non essere sfiorato dai tentacoli. La osserva brevemente ma le sue mani sono state urticate. Tornato a riva si volge verso il mare. La sua espressione di dolore si tramuta in un sorriso. ''E' soddisfatto di quello che ha fatto - rileva Burt - E' stato disposto al rischio per salvare la medusa''. Si tolgono i caschi mentre le attrezzature vengono disattivate. ''Forse - dice Clark - non saremo mai in grado di eliminare il dolore ma equilibrando le nostre attività mentali possiamo eliminare il male''. Burt ha un'espressione pensierosa, ma non scettica. ''Posso assicurarti che tutto questo può essere possibile''. ''Si, Clark. E' possibile''. ''Allora? Finito con i vostri video giochi?''. Lara si stringe a Burt con aria soddisfatta. La conversazione con Vanja deve averle fatto bene. ''Si. Clark mi ha appena dimostrato che le cose andranno certamente meglio d'ora in avanti''.
Condividi su:

Seguici su Facebook