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LA FINE DEL DIGIUNO

Enrico Gasparotto vince l'Amstel Gold Race

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Dopo un paio di anni bui, finalmente il ciclismo italiano Ã¨ riuscito a tornare sul gradino più alto del podio di una delle grandi classiche, le corse di un giorno che da sempre costituiscono la storia delle due ruote.

 

Domenica, Enrico Gasparotto, trentenne friulano, ha vinto l'Amstel Gold Race, prima delle tre classiche delle Ardenne (ci sono anche Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi), battendo in volata il belga Vanendert e l'americano Sagan; un successo importantissimo per lui, che nel 2005 era stato campione italiano su strada ed era da sempre considerato un discreto ciclista per le corse di un giorno, e soprattutto per il movimento italiano, che da circa tre anni non riusciva a ottenere un successo nelle classiche, dopo stagioni in cui le vittorie e i piazzamenti degli atleti nostrani erano quasi all'ordine del giorno.

 

Nel biennio 2007-08, infatti, i vari Rebellin, Cunego, Ballan, Petacchi e Di Luca avevano più volte trionfato in queste corse indimenticabili, a dimostrazione di un movimento ciclistico estremamente vivo e competitivo, e a conferma di ciò era arrivato il tris di successi nei Campionati mondiali di fine stagione, con Bettini vincitore nel 2006 e 2007 e Ballan campione nel 2008. Poi, dopo i successi di Cunego nel Lombardia a fine 2008 e di Rebellin nella Freccia Vallone del 2009, il buio: solo qualche piazzamento, mai un vero acuto, tutti ad assistere i successi e le imprese dei vari Cancellara, Boonen, Gilbert, Cavendish o di altri corridori, nessun italiano è più salito sul gradino più alto di un podio. Ci hanno provato gli esperti Pozzato, Paolini, Bennati, Cunego e Ballan, gli emergenti Visconti e Nibali e Gasparotto, ma nessuno di loro ha centrato la vittoria in una di queste mitiche classiche. Fino a ieri, appunto, quando proprio Gasparotto ha spezzato questa specie di maledizione, nonostante non venisse indicato tra i grandi favoriti della vigilia, e ha ridato un sorriso al ciclismo nostrano, che ne aveva veramente bisogno per riconquistare un po' di fiducia. La sua vittoria non deve portare a eccessivi slanci di euforia, perché l'Amstel non è considerata una delle cinque grandi classiche (Milano-Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix, Liegi-Bastogne-Liegi e Giro di Lombardia), una di quelle corse che costituiscono il vero gotha del ciclismo e, se vinte, ti danno diritto a entrare nella leggenda; quindi, è giusto festeggiare il bel successo di Gasparotto, ottenuto con tenacia e intelligenza, ma bisogna continuare a tenere alta la concentrazione, e cercare di ripetersi a Liegi, dove un primo posto interromperebbe quattro anni di attesa (dal successo di Cunego nel Lombardia del 2008) e significherebbe che il nostro ciclismo è tornato davvero sulla retta via.

 


Piccola curiosità: presente all'arrivo, e felicissimo per questo successo, anche il C.T. della Nazionale azzurra di ciclismo, Paolo Bettini, che era lì non per caso: le strade su cui si corre l'Amstel Gold Race, infatti, sono state scelte dall'UCI (Federazione Ciclistica Internazionale) come sede dei prossimi Mondiali su pista. Che esultasse immaginando un identico risultato tra qualche mese, quando si correrà per la mitica maglia di Campione del Mondo? Aspettiamo e incrociamo le dita...

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