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CADUTE, VITTORIE SOFFERTE E RITIRI ILLUSTRI AL TOUR DE FRANCE

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Dici Tour de France ed è come se dicessi la 'corsa più pazza del mondo'. Nel nostro racconto ripartiamo dalla 5^ tappa, da Carhaix a Cap Frehel, in cui a spuntarla è uno dei velocisti più apprezzati degli ultimi anni, si tratta di Mark Kavendish. Le cadute iniziano a diventare elemento di grandi chiacchierate. Non si sa bene il perché ma ne sono veramente troppe. Dopo 5 km di corsa in fuga Iván Gutiérrez (Movistar), Tristan Valentin (Cofidis), Sébastien Turgot (Europcar) e Anthony Delaplace (Saur Sojasun). La loro azione accumulerà un vantaggio massimo di 5’50”, ma dovranno arrendersi, dopo un centinaio di chilometri, al ritmo incessante indotto dai Garmin, squadra protagonista in questo avvio di Tour che cerca il terzo successo con uno tra Tyler Farrar e la maglia gialla Thor Hushovd, entrambi molto adatti per il finale di tappa. Alla fine la tappa si conclude con uno sprint che dà ragione a Cavendish, primo su Gilbert e poi Rojas. A seguire Tony Gallopin (Cofidis) e Geraint Thomas (Sky). Primo degli italiani è Daniel Oss (Liquigas), 9° al traguardo, mentre Alessandro Petacchi (Lampre) ha dovuto dare forfait a causa di una foratura. La 6^ tappa è la più lunga di questo Tour, quasi 226 km a cavallo fra Bretagna e Normandia, per cui in un ambiente per i telespettatori particolarmente interessante. La grande protagonista è la pioggia, che nel ciclismo moderno significa tanta attenzione perché gli uomini lanciati come missili sulle loro bici, ben si guardano da iniziare sfide con il bagnato. La giornata abbastanza combattuta finisce nellle mani del team Sky e a vincere è Edvald Boasson Hagen, norvegese che batte in volata Matthew Harley Goss e l’altro norvegese, l'allora maglia gialla Thor Hushvod. Qualche critica negativa la rimedia dopo la vittoria in volata della quinta tappa Mark Cavendish, da Mario "Re Leone" Cipollini: a detta di quest ultimo l'uomo di punta della Htc dovrebbe ancora imparare molto soprattutto a gestirsi nelle fasi finali specialmente l'irruenza sotto il traguardo. Cipollini a parte, la 7^ tappa è ancora un affare della Htc-Highroad e del solito Mark Cavendish che per la seconda volta sale sul gradino più alto del podio. Si registrano ancora cadute d'eccellenza ed il ritiro di Tom Boonen. Gli scivoloni sull'asfalto alla fine descrivono un gruppo a due velocità. Con i primi che volano al traguardo e dietro tutti quelli che hanno avuto a che fare con gli incidenti. La svolta a 40km dall'arrivo quando in testa c'erano Urtasun Perez, Delage, Meersman e Talabardon, nel gruppo si va a terra con Boasson Hagen, Farrar e Wiggins coinvolti, si formeranno cosi due drappelli con il secondo che giungerà sul traguardo con oltre due minuti, Wiggins è costretto al ritiro per una sospetta frattura alla clavicola, in precedenza Ko anche Boonen, acciaccato dopo la caduta di due giorni fa. è l'HTC a guidare il treno per la volata, Petacchi sta a ruota di Mark Cavendish che vincerà per la seconda volta in questa edizione, all'esterno ci prova anche Greipel che dovrà accontentarsi della terza piazza. Da questo momento iniziano le salite. L'8^ tappa sorride alla Movistar e al portoghese Alberto Rui Costa, il cuo cognome ricorda tanto a noi italiani un famoso giocatore di calcio passato sui nostri campi per alcuni anni. Rui Costa, in fuga dal chilometro 11, ha resistito al ritorno del gruppo dei migliori e al contrattacco del kazako Vinokourov. Quando la montagna arriva, il suo odore per gli scalatori è irresistibile e cosi vedi scattare Alberto Contador ma subito dopo parte la manovra difensiva di Andy Schleck, che a questo tour sta lavorando da mesi. Thor Hushowd si rende conto che per lui sono vermanete le ultime cartucce e la maglia da leader dovrà essere lasciata, si batte con tutti: con se stesso imponendosi di poter salire, con gli scalatori che nopn molla fino alla fine e con la salita a cui regala un acuto imponente finendo nel gruppo dei primi e tnendo la maglia gialla. La tappa si conclude con l'arrivo di Rui Costa con 12" sul belga Philippe Gilbert e 15" sull'australiano Cadel Evans. E arriviamo alla 9^ tappa, 10 luglio 2011 nero per tutti. La tappa sorride a Sanchez, ma è anche il giorno dell'addio alle corse per Alexander Vinokurov, il kazaco d'acciaio e sicuramente uno degli eroi della tappa di Montalcino al Giro 2010, dopo una caduta riporta una pesante frattura del femore che lo condurrà al ritiro da Tour e dall'attività agonistica. Se in corsa gli scivoloni ci possono stare, nutriamo seri dubbi sul chi il Tour de France lo gestisce, perché in tutta franchezza non si è mai visto che una macchina della tv falciasse due protagonisti in lotta per l'arrivo. E' successo, anche questo, ieri: la macchina della televisione si spinge in avanti per riprendere e far vedere al mondo intero chi sono i fuggitivi, in quel momento ci sono in fuga due uomini, Flecha e Hoogerland, una manovra azzardata e fuori da ogni controllo li falcia e ne procura una pesante caduta. La frazione è quindi anomala con il gruppo dei migliori che, spaventato per la caduta del kazako, si ferma ad aspettare concedendo oltre 7 minuti di vantaggio ai fuggitivi, che a seguito dell'incidente con l'auto, rimangono in tre: Casar, Sanchez e Voeckler. Casar si rende conto che i suoi colleghi hanno una marcia in piu e tira fuori la bandiera bianca defilandosi al terzo posto, Voeckler ha il tempo di fare qualche conticino e capisce che la Maglia Gialla è sulle sue spalle e allora concede il podio a Sanchez. La grende protagonista, di questa Grand Boucle, è la sicurezza. Ormai il Tour sta diventando la "corsa piu pazza del Mondo".
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