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'Aria di città' di Espedito Ferrara: rappresentazione del gruppo 'Quelli che alla Marina...'

La rappresentazione nell'auditorium della chiesa di San Francesco d'Assisi

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Dopo il successo di pubblico e critica ottenuto due anni fa con ‘Ssa fa’ Ddë, il gruppo “Quelli che alla Marina…”, del Laboratorio Teatrale Parrocchiale “S. Maria Stella Maris”, torna in scena con una nuova commedia dialettale di Espedito Ferrara: Aria di città.


Il debutto è previsto per questa sera, con inizio alle ore 20,30, presso l’Auditorium S. Francesco d’Assisi, a cui faranno seguito altre due rappresentazioni già programmate per l’8 ed il 29 dicembre. Risate e divertimento sono assicurati, grazie a questo gruppo teatrale molto affiatato, abilmente diretto da Anna Maria D’Adamo, formato non da attori, ma da persone comuni, come loro stessi amano definirsi, con la passione e la voglia di far rivivere il dialetto vastese, sempre meno usato e dimenticato.

 

Scritta nell’estate del 1932, Aria di città per molti aspetti ricalca alcuni temi proposti  in ‘Ssa fa’ Ddë, rappresentata l’anno precedente, come l’emigrazione e l’umorismo nostalgico, questa volta troviamo non solo finzione, ma fatti realmente accaduti e personaggi riconducibili alla recente storia cittadina: uno su tutti Francesco Muratore, meglio conosciuto come Frangische Mmasciate, famoso e indimenticabile vetturino vastese.

 

Nell’introduzione alla pubblicazione della commedia, avvenuta nel 1990, per i tipi RES di M. Ferrara, Tito Spinelli scriveva: “Parlare di una società popolare vastese nelle commedie di Ferrara, dunque, non è azzardato. Gli intrecci esposti sono alla portata di tutti ed evidenziano una fertile opzione individuale, anche se la simpatia dello scrittore va maggiormente ai meno abbienti per la loro capacità di permanere spontanei e di manifestarsi con un linguaggio concreto e per la loro adattabilità all’avventura e per quel senso di precario che presiede alla loro giornata. Non vi sono nobili o ricchi borghesi nelle opere del Ferrara”, proseguiva Tito Spinelli, “né esistono ambienti asettici ove si consumano vizi. Sotto tale aspetto la sua commediografia, pur senza essergli debitrice, potrebbe riallacciarsi all’Anelli migliore…”.

 

Protagonista della commedia è Pietro, personaggio un po’ confusionario e superficiale, da poco tornato in città dalla capitale, che alterna la parlata vastese al romanesco, il quale per far credere di aver raggiunto uno stato sociale elevato, si spaccia per commissario. Il padre, Ferdinando, dopo essere emigrato ed aver messo da parte un piccolo gruzzoletto, torna nel paese natio per passare gli ultimi di anni di vita. Mariuccia, moglie di Ferdinando, si presenta come la casalinga dalla lingua lunga, che stravede per il figlio, contrapponendosi alla bonarietà del marito, ma il litigio è all’ordine del giorno e, come afferma il figlio Pietro, «N' ze vonne bbene se nen fann' a sciârre...».
 

Gli altri personaggi di “contorno”, abilmente messi in scena da Espedito Ferrara sono Giuliana, la fidanza di Pietro, Sabbetta, la comare di casa e Francesco, vetturino di Vasto, personaggio schietto e autentico.

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