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I 90 anni di Don Decio D'Angelo celebrati a Santa Maria Maggiore con il vescovo Forte

Le parole della guida della diocesi: "Sacerdote libero, lottatore per la fede e responsabile"

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90 e 67: due numeri importanti per Mons. Decio D’Angelo, parroco emerito di Santa Maria Maggiore. 90 sono gli anni di vita e 67 gli anni di sacerdozio. E la comunità, guidata ora da don Domenico Spagnoli, ha festeggiato, venerdì 29 giugno, le due ricorrenze, con una celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Mons. Bruno Forte e alla quale hanno partecipato diversi sacerdoti di Vasto.

In una chiesa gremita di fedeli, di amici (alcuni venuti dalla parrocchia di Ripa Teatina dove don Decio è stato parroco negli anni 1958-1969), di familiari (in particolare la sorella Dusolina) e di ex-alunni, alla presenza delle autorità cittadine (ha rappresentato l’Amministrazione comunale il vice sindaco e assessore alla Cultura Giuseppe Forte), è stato compito di don Domenico Spagnoli ringraziare il Vescovo per la sua presenza in una serata di così particolare letizia, ricordando che tale evento inaugura una serie di annunci vocazionali nella chiesa di Santa Maria.

Incisiva e pregnante nei suoi significati umani e religiosi l’omelia del Vescovo, che si è richiamato alle importanti figure, solennizzate dalla liturgia del giorno: S. Pietro e S. Paolo. Nella loro luce Padre Bruno ha voluto rileggere il ministero della vita di don Decio, attraverso una triplice caratteristica: quella della libertà, quella della lotta e quella della responsabilità.

Pietro, ha innanzitutto sottolineato Mons. Forte, appena liberato dalle catene diventa l’annunciatore del Vangelo secondo il meraviglioso progetto di Dio e affronta qualsiasi difficoltà per testimoniare la libertà di Dio.

Anche tu don Decio - ha aggiunto subito Padre Bruno - sei un uomo libero. In questi 14 anni, ho avuto la possibilità di apprezzarti per i tuoi frutti ministeriali e per il fraterno rapporto con Don Domenico, nonostante la differenza di età. La tua è stata sempre una libertà intelligente, responsabile e attenta agli altri”.

La seconda caratteristica il Vescovo l’ha colta nella personalità di S. Paolo, che si dimostra un autentico lottatore, conservando integra la sua fede. Quindi rivolto a don Decio con paternità spirituale ha detto: “Tu sei stato un lottatore sul fronte della cultura, della vita diocesana, della pastorale e del progresso della città del Vasto”.

La riflessione sulla terza caratteristica è stata sviluppata da Mons. Forte attraverso la lettura evangelica e la risposta che San Pietro dà a Gesù: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. “Anche tu, don Decio, - ha concluso Padre Bruno – hai testimoniato la tua fede in Cristo con la responsabilità propria del pastore, che ha qualificato il tuo ministero. Tu hai amato la Chiesa e l’hai servita sempre con dedizione responsabile”.

Al termine della concelebrazione don Decio ha voluto ringraziare innanzi tutto il Signore per il dono della vita e del sacerdozio, che gli ha dato la possibilità di essere dispensatore della Parola divina e dell’Eucaristia; poi il Vescovo per la particolare sensibilità paterna; e naturalmente coloro che gli sono stati vicini in questi anni: dai confratelli sacerdoti alle associazioni e confraternite, dalle suore ai fedeli delle comunità che gli sono rimaste nel cuore. Si è commosso quando ha ricordato Mons. Loris Capovilla, di cui è stato vicario nel 1969, la sorella Dusolina che continua ad essergli accanto, e il sagrestano di S. Maria Maggiore il carissimo Peppino Ruzzi. Ha voluto chiedere, infine, perdono per le sue mancanze ed ha recitato una intensa preghiera, scritta per la terza età.

Il buffet augurale si è tenuto presso l’Istituto dei Fratelli Gabrielini.

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