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Denuncia per falso i suoi superiori e viene licenziata, per la Cassazione deve tornare al lavoro

Reintegra e risarcimento disposti dalla Suprema Corte per una dipendente della Pilkington

redazione
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La Sezione Lavoro della Cassazione, presieduta presieduta da giudice Vittorio Nobile, ha confermato l'illegittimità del licenziamento ai danni di una dipendente che prestava servizio da 26 anni alla Pilkington Italia di San Salvo, licenziata in tronco per aver denunciato i suoi superiori per falsa testimonianza a seguito di una causa di lavoro.

Già in secondo grado, la Corte d'Appello de L'Aquila aveva condannato la Pilkington Italia al reintegro nel posto di lavoro e al risarcimento del danno nonché al rimborso delle spese processuali dei due gradi giudizio. Si era giunti al licenziamento nel giugno del 2015 quando la dipendente, nonostante avesse prodotto una sufficiente documentazione per sostenere la sua richiesta, era stata sconfessata dai testi a carico della difesa della società vetraria. Da qui la denuncia di alcuni dirigenti della Pilkington Italia per dichiarazioni false rese nel corso della causa di lavoro intentata presso il giudice del lavoro di Vasto per il riconoscimento di mansioni superiori per essere stata la responsabile della comunicazione e dell'immagine dell'azienda di Piane Sant'Angelo.

La ricorrente è stata assistita dall'avvocato Emanuele Pagliaro del Foro di Chieti.

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