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Orti urbani: "Più volte fatta richiesta al Comune, mai risposte"

Carlo Centorami (Vasto Libera) 'pioniere' della proposta rilanciata giorni addietro da un gruppo di giovani

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"Sono stato il primo a proporre gli orti sociali nove anni fa, ma alle mie numerose richieste l’amministrazione comunale non ha mai risposto”. Carlo Centorami, presidente dell’associazione “Vasto Libera”, rivendica la paternità dell’iniziativa rilanciata in queste settimane da un gruppo di giovani vastesi che ha anche proposto un regolamento e che qualche giorno fa ha protocollato una richiesta di incontro per capire a che punto si trova l’iter burocratico.

L’idea è quella di utilizzare degli spazi pubblici per destinarli alla produzione di fiori, frutta e ortaggi, senza fini di lucro e gestiti dai singoli cittadini. Gli orti urbani che in alcune città italiane sono una importante e dinamica realtà da tanti anni, perché consentono non solo di recuperare terreni incolti ed abbandonati ma hanno anche un risvolto sociale, a Vasto stentano a decollare nonostante qualche singola iniziativa come quella di Centorami che in questo campo è stato un pioniere. E’ nato però un movimento d’opinione che mira proprio a sensibilizzare su questa tematica.

Sono passati nove anni da quando ho iniziato l’orto sociale a casa mia, spontaneamente”, racconta il presidente di Vasto Libera, “posso garantire che le spese e l’impegno sono stati tanti anche a livello economico, ma l’attività continua con la solita abnegazione. Ho più volte fatto richiesta al Comune già con l’amministrazione guidata dall’ex sindaco Luciano Lapenna, mai una risposta se non un incontro anni anni fa, senza alcun seguito. Inutile dire che né l’attuale sindaco, né gli assessori interpellati hanno mai risposto alle mie numerose richieste”.

Reputo l’atteggiamento dell’amministrazione estremamente grave, anche dal punto di vista dei rapporti umani”, incalza Centorami, “ora apprendo che un gruppo di giovani fa ampia divulgazione di eventi, sbandierando l’attività di orticoltura come una novità a Vasto, ma a me pare che siano arrivati secondi. La colpa atavica di questa città è dimenticare chi opera liberamente con le proprie risorse senza legami di sorta. Resto in attesa di vedere quali provvedimenti adotterà l’amministrazione comunale”. 

 

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