Vola adesso alto nel cielo Vincenzo Lanetta, come il gabbiano simbolo della tv da lui fondata, Antenna 10.
Bello e commovente l’accostamento che Gioia Salvatore, direttore dell’emittente, ha fatto allo scomparso fondatore. La luce in studio sulla telecamera si è spenta per lui a 73 anni, troppo presto per un imprenditore che aveva legato la sua vita alla televisione e per la quale ancora sapeva sognare. Lo ricordo quando, sarà stato l’86, mi volle come collaboratore. Pensava in grande, Vincenzo e sapeva che Vasto era piazza importante a ambìta.
Ecco perché in città aprì presto una sede, in via Goldoni, con tanto di insegna che, dalla palazzina ora sede di negozi e studi professionali, svettava sull’edicola di via Madonna dell’Asilo, visibilissima da chi, da Shangai, saliva per il centro da corso Garibaldi. La sede di una tv regionale a Vasto, il modo migliore per aprire, allora, una finestra su un territorio che sfuggiva, per lo più, al mondo dei media. Sì, d’accordo, immagini e servizi venivano a girarle e a farli da Lanciano, con Telemax dell’allora direttore Peppino Forte, ma quella finestra era il segno di una competizione crescente e, in fondo, salutare per l’informazione e per l’economia. Anni ruggenti, quelli di fine ’80, di cantieri e di cemento, di business senza freni dell’edilizia e di controllo ancora ferreo sulla vita pubblica dei numi tutelari della Dc. Lui, Vincenzo, coi potenti ci parlava senza chinare mai la testa, li ascoltava e si faceva valere, sprizzando fierezza da quegli occhi profondi e indagatori.
Ha fatto l’impossibile, Vincenzo, per salvaguardare il suo giocattolo, tenerlo al riparo dalle tempeste in un mercato, con gli anni, sempre più avaro con le tv di provincia e di regione. L’augurio è che, da lassù, quel gabbiano possa vegliare ancora sulla sua Antenna 10, dando a chi la fa, giorno dopo giorno, la forza di non mollare.