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Omicidio di viale Perth, attesa per la perizia psichiatrica

L'esame del prof. Ariatti di Bologna, un passaggio fondamentale nell'ambito del processo d'appello

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Corte d’Assise d’Appello, ore 10 del 21 giugno, all’Aquila.

Si avvicina il momento della verità per Fabio Di Lello: in udienza, saranno resi noti i risultati della perizia psichiatrica eseguita dal professor Renato Ariatti di Bologna sul 35 enne, condannato in primo grado, il 24 marzo 2017, a 30 anni di reclusione in Corte d’Assise a Lanciano per l’omicidio del 21 enne Italo D’Elisa. Il pomeriggio del primo febbraio dell’anno scorso, a Vasto, il panettiere vastese freddò a colpi di pistola il giovane che, l’estate precedente, alla guida della sua automobile, investì e uccise la moglie, Roberta Smargiassi, 34 anni, senza fermarsi a un semaforo rosso.

La difesa di Di Lello ha chiesto e ottenuto dalla corte di valutare le condizioni psichiche dell’uomo: per i legali Giuliano Milia e Pierpaolo Andreoni non fu omicidio premeditato, come stabilito nel rito abbreviato, ma esito di uno stato di profonda prostrazione psichica: il panettiere, insomma, dalla morte della moglie, 34 anni, sposata da poco, non si era più ripreso. Un lutto in grado di ossessionare giorno e notte un marito prima felice e innamorato. Non così la pensano la Procura di Vasto, pm Giampiero Di Florio e i legali di parte civile, Pompeo Del Re e Gianrico Ranaldi, per i quali, invece, il panettiere meditò lucidamente di punire con la morte chi le aveva portato via per sempre la moglie in un maledetto incidente stradale. Fabio Di Lello, che sconta la condanna in carcere a Lanciano, è stato sottoposto nei mesi scorsi a esami meticolosi: ai giudici aquilani il professor Ariatti dovrà dire se, quando fece fuoco, Di Lello era capace d’intendere e di volere.

Udienza, dunque, che gli addetti ai lavori ritengono decisiva per confermare o ribaltare il verdetto d’appello.

 

 

 

 

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