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Segni particolari, invalida civile. Destino: licenziata per riduzione di personale

Nuovo caso a Vasto e il lavoro si conferma il problema più urgente da risolvere, a tutti i livelli

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Donna, 46 anni, una figlia e monoreddito. Segni particolari: invalida civile. Destino: licenziata per riduzione di personale. Senza preavviso, lamenta lei tra le lacrime.

E’ accaduto di nuovo a Vasto, la città che ancora discute sulla recente interruzione del rapporto di lavoro a una signora in dolce attesa: dal market dove lavorava le hanno fatto sapere, prima della scadenza dei due mesi programmati, che il periodo di servizio in prova non era da ritenersi superato. E’ ancora una volta il comparto della media distribuzione alimentare ad assestare un colpo durissimo a chi di lavoro vive e non possiede altre fonti di sostentamento.

Il negozio non è lo stesso del caso precedente, ma poco importa: quel che conta è che, per riduzione di personale, scelta dolorosa anzitutto per l’azienda, paga l’anello debole della catena. In attesa di conoscere i fatti più nel dettaglio, quando e se le parti vorranno rendere pubblica la vicenda, una considerazione va fatta: è il lavoro il problema più urgente da affrontare, a tutti i livelli. In attesa del governo che verrà, se e quando verrà, lontano dai palazzi del potere c’è un mondo in sofferenza. E’ quello fatto da lavoratori sotto pagati, spesso sfruttati e costretti a chinare la schiena: “Vuoi lavorare? Alle mie condizioni, prendere o lasciare, questo il concetto ripetuto come un mantra da imprenditori grandi e piccoli, per i quali la crisi, pur se alle spalle, non finirà mai.

E’ vero, nella distribuzione media e piccola ci sono commercianti e società che fanno i salti mortali per non chiudere, in lotta ogni giorno con una concorrenza spietata, ma così non si può andare avanti: rischia altrimenti di sfilacciarsi oltremisura un tessuto sociale già enormemente provato, dove la solidarietà sembra finita in soffitta. Che fare, dunque, per scongiurare nuovi, laceranti episodi come questo della lavoratrice, invalida al 67 per cento e adesso a casa? Rivedere la legislazione sul lavoro, azzardo, aiutare le imprese in affanno, certo, ma ridurre le scappatoie legali a chi, senza violare la legge, è libero di decidere la sorte dei dipendenti. Anche quando costoro non abbiano violato il patto di fiducia con i propri datori di lavoro.

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