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Paolini e Chiavaroli lanciano la campagna di Civica Popolare

Inaugurata la sede in corso Garibaldi. Diritto, tribunale e violenza sulle donne i temi cardini

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Tempo di presentazione delle candidature nel Vastese e dopo quelle del centrodestra nell’Aula del Consiglio comunale, stamane è stata la volta di una parte del centrosinistra. L’occasione è stata l’inaugurazione della sede in corso Garibaldi di Civica Popolare, il movimento ispirato dall’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

A Vasto, affiancati da Marusca Miscia (candidata lancianese del PD all’uninominale alla Camera) e Giovanna Greco (padrona di casa e terza nella lista proporzionale alla Camera), sono giunti Lucrezio Paolini (vice-presidente vicario del Consiglio regionale e capolista nel proporzionale alla Camera) e Federica Chiavaroli (già sottosegretario alla Giustizia del Governo Gentiloni ed ora candidata all’uninominale al Senato per CP).

Paolini, che si è definito un ‘paracadutato dal basso’, ha snocciolato i passaggi della sua carriera politica prima di ricordare i disegni di legge approvati o in via di approvazione all’Emiciclo che lo hanno visto impegnato in prima persona. A cominciare da quello per lo snellimento del quadro normativo sulla scia del quale l’impegno per l’approvazione del Testo unico del Commercio, e, l’approntamento di quello per il Sociale e per l’Urbanistica. ‘Questo territorio – ha chiosato - ha bisogno di gente che sappia capire i problemi e sappia trovarne le soluzioni’.

Dalla Chiavaroli, che il legale di Giuliano Teatino ha definito ‘il vero punto di riferimento dei Civici Popolari abruzzesi che molto ha data a questa comunità’, un nuovo passaggio sulla vicenda tribunale di Vasto ‘del quale mi sono occupata con serietà, responsabilità. Oggi vedo che il tribunale di Vasto interessa a molte più persone rispetto a quelle che se ne sono interessate in questi due anni, ma tutta va bene per raggiungere lo scopo’. ‘Noi abbiamo lavorato seriamente – ha detto la commercialista – e riconosco agli operatori del territorio e della giustizia di aver fatto un lavoro competente grazie al quale abbiamo trovato una soluzione sulla quale abbiamo ragionato, grazie al tempo supplementare concesso dalla proroga’. La Chiavaroli, che ha fatto rilevare come un taglio del 50 per cento dei tribunali come accaduto per l’Abruzzo rappresenta ‘un taglio esorbitante e fuori dalla media nazionale’, ha ribadito come i 4 presidi abruzzesi ‘si potranno salvare se noi siamo seri. Abbiamo 4 tribunali chiusi – ha detto - e possiamo salvarne solo 2, mantenendo le sedi aperte grazie alla Regione che può dare il suo contributo e noi porteremo in Parlamento questa soluzione ragionevole. Vasto è il nostro presidio più a sud e che incontra di più la criminalità organizzata e noi questo territorio non possiamo lasciarlo scoperto’.

Dopo aver ricordato la necessità di sistemare le strade del territorio ‘per dare possibilità a tutti di vivere dove vogliono’, in un Abruzzo, però, che ha trovato ‘migliore rispetto a quello che ci raccontano perché i nostri giornali non parlano delle nostre bellezze’, la Chiavaroli ha evidenziato un altro dei suoi impegni da futuro parlamentare ovvero la lotta alla violenza contro le donne. ‘Lo dico oggi proprio nel giorno di S. valentino quando in questa città hanno organizzato un flash mob contro la violenza – ha detto – che questo tema non è lontano dal nostro Abruzzo. Nell’ultimo anno e mezzo 5 donne sono state ammazzate nella nostra regione. È un’emergenza che riguarda anche noi, un problema culturale sul quale dobbiamo lavorare in primis nelle scuole, un problema concreto cui dobbiamo dare risposte’.

‘Ci siamo occupati delle vittime di violenza – ha aggiunto - facendo nella legge di Bilancio un provvedimento per consentire ai bambini che rimangono comunque di vivere; ora dobbiamo lavorare perché non ci siano più vittime. Dobbiamo dare alle donne la forza di denunciare e questo è possibile se possono contare su una giustizia che dia pene certe e trovando un’alternativa, perché spesso non sanno dove andare e come vivere. Noi abbiamo finanziato centri antiviolenza e le strutture che accolgono le donne, ora dobbiamo fare una misura che consente alle donne di trovare lavoro, magari un bonus per chi assume donne vittime di violenza’.

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