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Piante viventi nel ricordo di chi non c'è più: commemorazioni per le vittime di Rigopiano

Serie di iniziative ad un anno di distanza dalla slavina che travolse il resort di Farindola

redazione
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Serie di iniziative di commemorazione, nel primo anniversario della dolorosa slavina che travolse e spazzò via l'Hotel Rigopiano a Farindola, provocando 29 vittime tra le quali la giovane vastese Jessica Tinari assieme al suo fidanzato Marco Tanda.

Sono stati benedetti nel corso di una breve cerimonia i 29 lecci piantati nei pressi del palazzetto dello Sport di Penne per commemorare le vittime dell'Hotel Rigopiano a un anno di distanza dalla tragedia: un percorso significativo che con lo sguardo abbraccia la scia bianca, ricordo della valanga, per arrivare al verde delle piantine, colore della speranza.

L'iniziativa, realizzata dalla Pro Loco di Penne in collaborazione con l'amministrazione comunale, ha visto la partecipazione dei parenti delle vittime nell'ambito della commemorazione odierna. "Queste sono piante viventi - ha spiegato don Andrea Di Michele, parroco di S.Domenico di Penne - i nostri cari, le persone che hanno perso la vita a Rigopiano oggi vivono, vediamo che continuano a vivere: queste piante vivono, mentre la corona che deponiamo è fatta di fiori recisi, tagliati, le piante sono sempre viventi. L'idea è proprio questa, che i nostri cari continuano a vivere".

Cerimonia anche in mattinata, alla presenza del vescovo della diocesi di Pescara-Penne, mons. Tommaso Valentinetti.

"Quando ci sono morti tragiche se ci sono responsabilità queste vanno accertate sicuramente", ha detto Valentinetti, nel corso dell'omelia della Messa nella chiesa di Farindola. Il presule ha ricordato i bambini della scuola di San Giuliano di Puglia, in Molise, e i tre operai morti recentemente a Milano.

 "Chissà quante volte in quest'anno vi siete ripetuti 'ma perché quella valanga nessuno l'ha fermata?'. A questa domanda non c'è una risposta perché purtroppo più volte mi sono scontrato con la morte come avete fatto voi: ho dovuto celebrare il funerale dei 27 bambini a San Giuliano di Puglia. Ero diventato vescovo da due anni: vi assicuro che è stato il funerale più difficile della mia vita. Anche allora mi sono chiesto: perché la casa di fronte alla scuola non è crollata e la scuola è crollata?".

Fonte: Ansa Abruzzo

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