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Pista ciclopedonale 'Via Verde della Costa dei Trabocchi', problema frane al centro dell'attenzione

Soluzioni allo studio per la parte 'critica' del percorso e si pensa alle future manutenzioni

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Per il problema incombente delle frane sul tracciato della costruenda Via Verde, si prospettano tre soluzioni. La prima, progettuale, da portare immediatamente a soluzione con l’utilizzo di 250mila euro messi da parte nella casella “imprevisti”: si tratta di mettere le prime toppe dove l’ex tracciato ferroviario non c’è più; la seconda, di prospettiva, con un piano di intervento della Regione a cadenza temporale di manutenzione costante delle opere marittime; la terza – autentica novità dettata dall’emergenza – potrebbe rendere ancora più interessante il percorso ciclopedonale di oltre 40 chilometri che dalla località Lido Saraceni di Ortona porta fino all’ex stazione ferroviaria di Vasto: e cioè la creazione di una passerella sul mare a Lago Dragoni di Torino di Sangro, la località con più criticità dal punto di vista dell’erosione della costa.

Per la pista Via Verde della Costa dei trabocchi, l’emergenza frane lanciata in questi giorni dal costruttore Paolo Primavera potrebbe dare nuova linfa al progetto che la sua società, Cogepri (mandataria) sta per realizzare con 8 milioni di euro nell’appalto Ue vinto tra le ditte concorrenti. Sulla vicenda è costantemente informato Mario Pupillo, presidente della Provincia, ente che ha gestito l’appalto dell’opera.

«Il problema», spiega l’architetto Valerio Ursini, responsabile unico del procedimento (Rup), «va affrontato su due livelli. Il primo è già risolto progettualmente grazie all’utilizzo di una quota delle somme destinate agli imprevisti, in questo caso 250mila euro, per cinque dissesti considerati importanti sull’ex tracciato ferroviario. C’è poi un secondo problema, più generale», continua Ursini, «di osservazione puntuale e di controllo di tutto il tracciato dismesso: è vero che Ferrovie dello Stato non fa più manutenzione, ed è anche è possibile che nei prossimi tempi la pista realizzata abbia problemi di dissesto. Allora, l’attenzione che si chiede alla Regione è di approntare un piano di sorveglianza e di manutenzione che esuli dal progetto di oggi. Non è il milione di euro che serve per fare l’intervento», sottolinea il tecnico, «quanto invece è necessario partire con un piano di manutenzione della Regione con opere marittime che mantengano in sicurezza l’ex tracciato e la pista. Per questo abbiamo chiesto la consulenza geotecnica al professor Nicola Sciarra, della facoltà di Geologia dell’Università d’Annunzio, che ci sta aiutando per capire queste pericolosità in futuro.

Terzo: la Regione ci ha già autorizzato a usare il ribasso d’asta per risolvere il problema di Lago Dragoni di Torino di Sangro con 2 chilometri di tracciato in acqua su una passerella. Lì», conclude Ursini, «sono previsti oltre un milione di euro di lavori compresi gli espropri».

Per la consegna del cantiere è questione di settimane, tre-quattro al massimo.

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