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Tariffa rifiuti e 'lacune' ed 'ombre' sulla gestione, scatta l'esposto alla Corte dei Conti

L'iniziativa dei consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Carinci e Gallo

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"Mancata redazione del piano finanziario dei rifiuti 2015 e 2016 e il metodo approssimativo e fantasioso con cui è stato elaborato quello relativo all’anno 2017”. 

Sono le lacune riscontrate dal Movimento 5 Stelle che, facendo seguito alle problematiche sollevate in sede di approvazione del bilancio di previsione, ha presentato un esposto alla Corte dei Conti per denunciare la mancata attuazione del regolamento “recante norme per la elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani”.

“Il Piano finanziario per la gestione dei rifiuti è un documento molto importante perché consente di verificare nel dovuto dettaglio come vengono spese le risorse economiche derivanti dalla Tari, tassa che grava pesantemente sui cittadini e che costituisce circa il 25% della spesa corrente totale del comune di Vasto”, rimarcano Dina Carinci e Marco Gallo, consiglieri comunali del Movimento, “sappiamo, dunque, l’importo della spesa (7,5 milioni di euro), ma non abbiamo mai saputo e continuiamo a non sapere l’importo dei ricavi derivanti dalla vendita dei rifiuti differenziati in quanto questi dati non sono stati resi pubblici. Le amministrazioni che si sono succedute a Vasto non hanno mai messo a disposizione dati per consentire di analizzare le dinamiche gestionali e le altre motivazioni collegate ad un costante incremento dei costi.

La giunta Menna sta operando sulla stessa falsariga del precedente esecutivo”, proseguono i due pentastellati, “in modo anche peggiorativo. Ricordiamo in proposito che l’approvazione del piano finanziario della gestione rifiuti non era all’ordine del giorno in sede di approvazione del bilancio di previsione 2017, nonostante le nostre sollecitazioni, ma è stato ugualmente approvato utilizzando un artificio. Abbiamo chiesto inoltre il dettaglio dei costi, ma il nostro accesso agli atti è ancora inevaso. Quindi delle due l’una: i costi erano puro prodotto di fantasia, oppure l’amministrazione è reticente a fornirli, non ottemperando a quanto previsto dalla legge”, concludono Carinci e Gallo.

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