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I 30 anni dell'Erasmus celebrati a Parigi: l'esperienza vastese illustrata da Nicoletta Del Re

Il dirigente scolastico della Nuova Direzione Didattica tra i relatori dell'incontro al Teatro Odeon-Teatro d'Europa

redazione
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Al Teatro Odeon di Parigi, Teatro d'Europa, alla festa per i 30 anni del progetto Erasmus, rappresentanza di Vasto protagonista con la prof.ssa Nicoletta Del Re, dirigente della Nuova Direzione Didattica, partner del progetto europeo "Good Start - Grow Smart".

Al centro del suo intervento la relazione su Vasto, la scuola italiana ed europea, con fari puntati sull'esperienza di Erasmus Plus in Italia ed in Europa, indicando le competenze chiave di cittadinanza come il fulcro dell'esperienza Erasmus.

Tra i presenti il ministro dell'Educazione nazionale che rilanciato come obiettivo da perseguire quanto sottolineato dalla Del Re.

L'EVENTO. L’incontro parigino è stato suddiviso in più momenti, in cui ministri e autorità europee hanno interloquito con i relatori. Si è sviluppato in 11 interventi articolati in 4 gruppi. Vi hanno preso parte ministri di Sport e Salute, Lavoro, Educazione nazionale, Università e Ricerca ed altre autorità.

La prof.ssa Del Re è stata invitata a partecipare ad una tavola rotonda sul tema dell’istruzione e scelta dal giornalista caporedattore de Le Monde per porre delle domande al ministro francese dell’Educazione nazionale, della Ricerca e dell’Università.

"È stato interessante - commenta Nicoletta Del Re - interagire con lei che non solo ha rilanciato i punti significativi del mio intervento, ma ha risposto alle questioni poste rivelando di essere in piena sintonia, soprattutto in merito alla necessità del rinnovamento dell’insegnamento/apprendimento in Italia, in Francia, nell’Europa del XXI secolo. Il ministro ha poi anche apprezzato la mia riflessione sull’impellenza di una formazione aggiornata e 'competente' dei docenti; anche lei come del resto il Miur ritiene che la formazione dei docenti sia improcrastinabile e fondamentale, se vogliamo davvero cambiare la scuola europea. Infine, il ministro ha espresso un vivo apprezzamento sull’autonomia della scuola italiana".

È possibile seguire tutta la manifestazione in questo link (clicca qui).

L'INTERVENTO. “Sono felice di essere qui, in questo luogo maestoso e superbo, perché questo bellissimo momento di celebrazione rappresenta una festa personale anche per me. Sono arrivata a Parigi la prima volta quando avevo 7 anni e qui ho frequentato la 1^ primaria, perché mio padre lavorava qui alla costruzione della Sorbonne.

Sono tornata varie volte a Parigi ma questo per me rappresenta il viaggio più significativo e più bello.

Oggi noi festeggiamo i 30 anni dell’Erasmus plus ed io festeggio con voi i 50 anni del mio ingresso nel sistema scolare francese.

A distanza di 50 anni al teatro Odeon, Teatro d’Europa, non torno da emigrante o da turista, ma da cittadina europea, che lavora in una scuola rinnovata dall’esperienza Erasmus Plus.

Oggi sono qui per ricordare a me stessa, per ricordare a tutti noi, per ricordare ai miei partners europei di progetto – Francia, Romania, Bulgaria, Estonia, Turchia e ovviamente ai miei colleghi e docenti italiani - che bisogna incentivare l’esperienza Erasmus, perché essa rappresenta un’occasione eccezionale per la formazione degli alunni, dei giovani e degli insegnanti e nel contempo un momento privilegiato per costruire la nostra patria comune: l'Europa.

Il Progetto che oggi presento è particolarmente interessante e avvincente.

Il senso del progetto 'Good Start - Grow Smart' è che una buona partenza alla scuola dell’infanzia può favorire la crescita culturale successiva, può aiutare a conseguire gli obiettivi educativi di conoscenze e competenze, può cambiare il processo dell’apprendimento.

Come sottolinea indica l’Ocse e come sottolinea la Commissione Europea, l’educazione dell’infanzia rappresenta la base dell’apprendimento permanente.

Grazie al dialogo ed ad un dibattito appassionato, al di là dei legami intellettuali abbiamo stabilito tra noi partners europei del Progetto una relazione di fiducia reciproca, di ascolto, e di rispetto reciproco.

Abbiamo creato un gruppo di riflessione e di ricerca che si propone l’obiettivo di un vero cambiamento dell’insegnamento e dell’apprendimento.

Abbiamo scelto il metodo della ricerca attiva per trovare le risposte adeguate alla questione oggi centrale, ossia come rendere efficace l’insegnamento e l’apprendimento nelle nostre scuole, nelle nostre nazioni e nell’Europa del XXI secolo.

Noi vogliamo cercare e trovare i metodi migliori per stimolare i processi di pensiero, di scoprire il mondo, di comprendere la realtà delle cose, di apprendere a ragionare e soprattutto come motivare gli insegnanti e a ricercare e ad attuare un insegnamento “efficace” e come, a loro volta, possano motivare gli allievi ad apprendere.

Il Programma Erasmus plus rappresenta, inoltre, il metodo migliore per promuovere le innovazioni educative affinché le capacità personali di ciascun allievo, dei giovani in formazione, possano tradursi nelle 8 competedenze chiave di cittadinanza previste a conclusione dell’obbligo di istruzione.

Ma ancor più il Programma Erasmus Plus appresenta un’occasione unica ed un’esperienza straordinaria per gli studenti, per gli insegnanti, pe le famiglie:

  • Di comprendere l’importanza di sviluppare e aggiornare lungo tutto l’arco della vita le competenze chiave

  • Di costruire una identità europea autentica e profonda.

L’Europa ha scelto un cammino di pace e di libertà e tutto questo si può realizzare solo se i popoli si uniscono, si riconoscono e provano lo stesso sentimento di appartenenza ad una casa comune.

La mia esperienza nei progetti europei mi suggerisce che Erasmus Plus ha il merito di contribuire alla costruzione del bene comune, dell’interesse generale, perchè riunisce i popoli attraverso la condivisione dei valori e della cultura.

Partendo da ciascuno di noi, vogliamo contribuire a costruire l’Europa dal basso, secondo un processo bottom up.

Vogliamo costruire comunità di pratiche, costruire ponti tra di studenti, docenti e dirigenti d’Europa.

Sono fermamente convinta che ognuno di noi può dare il suo contributo per la costruzione della casa comune europea, in particolare in questo momento storico in cui la nostra società esige un rinnovamento radicale“.

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