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Guadagnare il 30% all'anno (parte II)

Il Sabato Economico

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Nel precedente articolo (https://www.histonium.net/notizie/attualita/41156/vuoi-guadagnare-il-30-allanno-garantito) abbiamo descritto come, grazie alla fiscalità dei fondi pensione, sia possibile guadagnare almeno il 30% all’anno in maniera garantita. Oggi vediamo in quali condizioni le somme versate sulla propria posizione pensionistica sono utilizzabili prima di raggiungere l’età pensionabile.

Infatti, è possibile effettuare dei prelievi/anticipazioni nei seguenti tre casi:

  • per fronteggiare spese sanitarie per situazioni gravi legate alla salute dell’aderente, del coniuge o dei figli fino al 75% delle somme versate. L’anticipazione può essere richiesta in qualsiasi momento dalla data di sottoscrizione del fondo e la tassazione è per un massimo del 15%. Notiamo che, avendo goduto di una deducibilità minima del 23% al momento del versamento delle somme iniziali anche in caso di prelievo anticipato, il guadagno fiscale minimo annuale rimane dell’8% (23%-15%).
  • acquisto o ristrutturazione prima casa per se o per i propri figli fino al 75% delle somme versate. A differenza del primo caso sono necessari almeno 8 anni di versamenti e la tassazione è fissa al 23%. Facciamo due utili considerazioni. La prima è che uno strumento del genere può essere utilizzato come un valido salvadanaio per acquistare la casa ai propri figli. La seconda mette in evidenza una stortura legislativa della tassazione che favorisce i più abbienti. Infatti, chi ha un reddito e quindi una tassazione marginale IRPEF più elevati (fino al 43%) in caso di anticipazioni, comunque non perde il vantaggio fiscale dato dalla differenza tra la sua aliquota e quella minima al 23%. Nonostante questa differenziazione, il differimento della tassazione nel tempo comporta un vantaggio fiscale anche per i redditi minori, sebbene ridotto rispetto a redditi di maggiore consistenza.
  • Per qualsiasi altra motivazione fino al 30% delle somme versate. Anche in questo caso il periodo di versamento minimo è di 8 anni e la tassazione degli anticipi è del 23%.

Vi sono altre circostanze particolari in cui le somme versate sono interamente (o quasi) disponibili: in caso di disoccupazione, mobilità, cassa integrazione (dal 50% delle somme fino al 100% se la condizione supera i 48 mesi), invalidità permanente con riduzione della capacità di lavoro a meno di un terzo (100%), morte prima della maturazione del diritto alla prestazione pensionistica (100%).

Infine ci chiediamo quanto rendono e quanti utilizzano questi fondi pensione complementari?

Non considerando i vantaggi fiscali di cui abbiamo parlato, analizzando i dati Covip (Commissione di Vigilanza su Fondi Pensione) negli ultimi anni i fondi pensione aperti (escludendo quelli negoziali che sono legati a specifiche categorie professionali ma che comunque hanno rendimenti non troppo diversi) hanno reso più della rivalutazione del TFR (Trattamento di Fine Rapporto o liquidazione): nel 2012 il 9,1% contro il 2,9% del TFR, nel 2013 l’8,1% contro l’1,7% del TFR, nel 2014 il 7,5% contro l’1,3% del TFR, nel 2015 il 3% contro l’1,2% del TFR. IL totale delle masse gestite raggiunge i 133 miliardi di euro a fine 2015.

A fine 2015 si contano più di 7,2 milioni di italiani che hanno una forma pensionistica integrativa, in aumento del 12% rispetto al 2014. Su dati 2014 circa il 60% dei sottoscrittori ha un’età compresa tra i 35 e i 54 anni, mentre il 13% ha tra 25 e 34 anni. L’Abruzzo ha circa l’1,9% degli iscritti a fine 2014, quindi circa 122,000 persone. Tuttavia il dato più interessante è il grado di penetrazione, cioè quante persone in percentuale della forza lavoro sono iscritte alle forme previdenziali complementari. Tra i primi posti troviamo la Valle d’Aosta e il Trentino Alto-Adige con oltre il 40-45%, seguite da Lombardia, Friuli Venezia-Giulia e Veneto con il 30-32%. Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia, Toscana ed Umbria hanno valori tra il 27% ed il 29%. L’Abruzzo si colloca nella fascia tra il 22-26% insieme a Marche, Lazio, Molise, Basilicata.  Fanalini di coda Puglia, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna nella fascia 15-21%.

In conclusione, la fiscalità agevolata dei fondi pensione rappresenta un valido strumento di pianificazione finanziaria che vale la pena considerare per qualsiasi lavoratore, non solo in ottica pensionistica, ma come abbiamo visto, anche per finalità di carattere assicurativo (cuscinetto di liquidità in caso di problemi di salute o perdita di lavoro) e di puro investimento (acquisto prima casa o anticipazioni per altre tipologie di acquisti).

Colgo l’occasione per augurare a tutti i lettori un Felice Natale 2016.

 

Alberto Marracino

Consulente  finanziario

Cell.: 338 7195083

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