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Terremoto, devastazione e vittime: 'Paragonabile, per intensità, a quello dell'Aquila'

Le forti scosse nella notte nel centro Italia. Epicentri tra Lazio, Umbria e Marche

redazione
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Il terremoto di questa notte nell'Italia centrale "è paragonabile, per intensità, a quello dell'Aquila": lo ha detto Fabrizio Curcio, il capo del Dipartimento Protezione Civile.

Si legge questo in uno dei tanti articoli sull'ultimo, devastante sisma, pubblicato da repubblica.it.

"Un terremoto di magnitudo 6.0 si porta dietro una coda di repliche sismiche che saranno sicuramente numerose e tenderanno a diminuire di magnitudo però non si può escludere che ci possano essere scosse paragonabili a quella principale, stiamo parlando di un'area ad altissimo rischio", ha aggiunto Andrea Tertulliani, sismologo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, commentando il sisma che ha colpito il centro Italia alle prime ore del mattino.

"Ogni sequenza ha un suo comportamento particolare - aggiunge - però non possiamo escludere che finisca qui oppure che continui in altro modo. Dobbiamo solo monitorare l'andamento e i dati". Secondo il sismologo dell'Ingv, le analogie con il sisma dell'Aquila nel 2009 riguardano la zona in cui è avvenuto che "è abbastanza vicina all'Aquila anche se in questo caso la magnitudo è più contenuta e, dal punto di vista sismo-tettonico. La fascia appenninica che va dall'Umbria, Marche meridionali e Abruzzo è sede di una sismicità frequente e spesso molto forte".

Il terremoto verificatosi questa notte Ã¨ stato forte quasi quanto quello, di magnitudo 6.2, che il 6 aprile 2009 distrusse L'Aquila.

Degli altri recenti 'grandi' terremoti in Italia, quello del 1976 in Friuli è stato di magnitudo 6.2, quello dell'Irpinia (1980) di magnitudo 6.8, quello di Umbria e Marche (1997) di magnitudo 5.6, quello di San Giuliano di Puglia in Molise (2002) di magnitudo 6.0 e quello della pianura padana modenese (2012) di magnitudo 5.9.

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