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Noi vastesi... e la 'non civiltà'

L'abbandono dei rifiuti in ogni dove 'sotto la lente'

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Le foto che vedete in allegato non sono un caso isolato ma una prassi quotidiana non più sopportabile.

Parliamo di turismo, di quanto è bella la nostra terra e città ma poi siamo i primi a calpestarla e trattarla con indifferenza.

Ogni giorno si vedono persone e ragazzi/e che con molta naturalezza sporcano, calpestano, deturpano, imbrattano con scritte mura di palazzi e non solo, la città e il territorio. La frase più ricorrente è: ma il Comune perché non pulisce, perché non sistema?

Il Comune opera bene quando si ha a che fare con una popolazione dotata di senso civico e che è guardiana di se stessa, come accade nelle democrazie europee più evolute ma anche in alcune regioni italiane. Si è vero, quest’ultimo può far di più in termini di organizzazione dei servizi annessi ma spesso bisogna arrivare alle maniere dure per ottenere dei risultati di ordine urbano e sociale. Da qui nasce il degrado sociale e culturale di una comunità, infatti non è un caso che forse Vasto (fatta eccezione per le istituzioni e alcune associazioni) non si mobilità e resta inerme davanti a ciò che potrebbe essere la sua condanna, ossia Ombrina Mare.

Non sono io a dovervi dire ciò che ogni giorno sia sui giornali che in tv si sente e si vede degli effetti di un tale progetto sulle comunità circostanti. Basta leggere e informarsi per rendersi conto del pericolo.

La conquista di una questione sociale si ha solo se le comunità locali, dal privato cittadino alle istituzioni alle categorie più varie, si uniscono e dicono a gran voce cosa vogliono sul loro territorio e io immagino che di vastesi pronti ad avere una raffineria nel loro mare non ve ne siano poi molti, in primis le mamme e gli operatori turistici che in questa storia si giocano le prime la salute dei figli e i secondi le loro attività. Ma forse, vista la tendenza attuale, i vastesi meritano di avere pozzi di petrolio e chi più ne ha più ne metta.

Non conto più le volte che nel pieno centro della città ragazzini/e e anche adulti lasciano bottiglie, lattine e ogni sorta di rifiuto dove capita. Spesso la risposta è: ma non ci sono i cestini! Tieni in mano e vedrai che da lì a pochi metri un cestino lo trovi. Ragazzi che fanno la gara a chi lancia più lontano la bottiglia di birra dalla Loggia Amblingh oppure urinare dietro il portale di Palazzo d’Avalos o nei vicoli che si diramano da via Santa Maria, parcheggiare l’auto dove capita anche in pieno centro storico come se fosse il cortile di casa sua.

Insomma, siamo diventati una Babele di soggetti che del buon vivere ne ha fatto un optional trascurabile.

Personalmente non posso far molto per correggere questo stato di cose ma non è la prima volta che mi soffermo obbligando a chi sporca di raccogliere e cestinare, a volte con toni esagitati. Spero si possa tornare a vivere in una città dove il buon senso e la buona educazione civica sia qualcosa di naturale

E tengo a sottolineare che tutto ciò non dipende dalla politica ma dall’educazione civica della città tutta

Girare la testa dall’altra parte rende complici, pensiamo a come migliorarci.

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