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Lorenzo in procinto di partire per gli Stati Uniti: 'Ancora grazie a tutti'

Solidarietà a pieno regime per il giovane calciatore affetto da una grave forma di leucemia

redazione
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"Sapevo di essere benvoluto, ma quello che è stato fatto per me è troppo, “esagerato”».

Così, in un articolo pubblicato qualche giorno fa sul quotidiano regionale Il Centro, Lorenzo Costantini, il giovane calciatore frentano affetto da una forma acuta di leucemia, la cui storia ha smosso tanto affetto e solidarietà nella sua Lanciano, ma anche in tutto l’Abruzzo e da tante parti d’Italia e su fino al Paris Saint Germain di Verratti e Ibrahimovic, ha voluto commentare la splendida e massiccia iniziativa di solidarietà che ha permesso di raccogliere la somma necessaria per le costose cure da affrontare negli Stati Uniti.

In tanti hanno reso possibile raggiungere, in pochi giorni, la cifra di 600mila dollari (il corrispettivo di circa 450mila euro) per tentare una cura sperimentale della sua malattia, finora resistente alle cure.

Lorenzo, nei giorni scorsi, è tornato a casa da Bologna, dove ha iniziato le prime cure, e ha riabbracciato la sua famiglia, anche se solo in modo figurato, si sottolinea ancora nello stesso articolo di giornale. Non può stringere mani o abbracciare i suoi cari, anzi è preferibile che si mantenga a una certa distanza dalle persone.

«Sto meglio da quando sono uscito dall’ospedale. L’aria di casa mi fa bene», dice Lorenzo, 20 anni compiuti a marzo, «faccio sempre fatica, soprattutto perché quest’ultimo ricovero l’ho “sentito” stavolta, è stato diverso dagli altri. Ma se rimanevo a Bologna non mi riprendevo più. Almeno qui vado alla casa al mare, mi metto sul balcone e prendo un po’ d’aria. E il cibo è quello cotto e mangiato, non quelle cose che mi davano in ospedale». Dalla stanza del Sant’Orsola ha seguito la grande gara di solidarietà scattata quando la sua storia è divenuta nota. «Tutto quello che è stato fatto per me… mi ha commosso», spiega dopo aver cercato le parole più adatte, «mi aspettavo di essere benvoluto qui, però hanno fatto troppo, hanno “esagerato”», dice benevolmente, «a partire da Lanciano ma non solo, tutti i dintorni e tutta Italia. Le società sportive, anche del Nord, che mi hanno mandato i bonifici. A parte i bonifici», sottolinea, «la cosa importante è stata starmi vicino. Non ho visto tutto quello che è stato fatto perché ero a Bologna, ma mi hanno raccontato tutto. All’inizio sembrava una cosa impossibile», ripercorre l’inizio Lorenzo, «hanno fatto tanto, a partire da Donato (Di Campli, ndc), la mia ragazza, i miei amici che venivano due volte al giorno a portare i soldi in officina. Una marea di giovani si sono dati da fare per me. Me l’aspettavo sì, ma non così».

Si legge ancora su Il Centro: L’anno scorso Lorenzo Costantini, giovane promessa della Primavera del Lanciano, avrebbe dovuto fare il salto di categoria, in prima squadra nel campionato di serie B. Dopo un infortunio al crociato, invece, scopre la malattia. «Ero un ragazzo come tutti, solo che giocavo», racconta, «andavo a scuola, tornavo a casa, allenamento, tornavo a casa e uscivo un po’ la sera. Ho fatto questa vita fino all’anno scorso, poi è cambiato tutto. E’ cambiato tutto in un mese, in realtà, dopo la diagnosi. Progetti, programmi, tutto accantonato. Il calcio mi manca: mi sono ammalato a 19 anni, ho giocato per 13».

Se tutti i valori saranno nella norma, a fine agosto potrà partire per Filadelfia, accompagnato dalla mamma Anna, dove resterà all’incirca 2 mesi per sottoporsi alla cura sperimentale contro la malattia che da oltre un anno gli ha cambiato la vita.

«Mamma ha fatto tutti i ricoveri con me», racconta gli sforzi della sua famiglia Lorenzo, «ma anche per loro che sono rimasti qui (il papà Pasquale, il fratello Antonio e la cognata Maura, le sorelle Roberta e Rossana, ndc) è stato forse più difficile, da lontano. Del resto l’officina mica si poteva chiudere. Ho affrontato molto male l’ultimo ricovero, ma da quando hanno fatto tutto questo per me qualcosa è cambiato nella mia testa. E questa grande solidarietà ha aiutato anche la mia famiglia. Adesso sento una grande responsabilità addosso, mi sento quasi in debito», confessa Lorenzo, «ringrazio ancora milioni di volte tutti. Non so bene cosa mi aspetta negli Stati Uniti, ma mi devo dare da fare. Devo stare bene sennò non mi fanno neanche partire, ma mi impegnerò, e quello che posso sicuramente lo farò. Sono pronto».

E allora, buona fortuna Lorenzo, la conclusione del pezzo.

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