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Crisi, maltempo e abusivi: all’aria la stagione dei commercianti del mercatino serale alla Marina

Un’estate da dimenticare per chi continua a scegliere la legalità piuttosto che il torbido

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Tra crisi economica e condizioni meteorologiche certamente non favorevoli, la presenza costante di abusivi sul Lungomare Cordella non ha sfigurato nell’estate da dimenticare per i commercianti del mercatino serale di Vasto Marina. Un fulmine a ciel nuvoloso, verrebbe da dire parafrasando il noto modo di dire.

In un contesto già critico per gli esercenti dei box lungo la passeggiata della parte bassa della città, gli abusivi hanno fatto la loro parte per rovinare la stagione a chi, con i tre mesi di lavoro estivi, spera di riuscire a tirare avanti per un po’. Ma quest’anno nulla da fare: il bilancio di tutti loro segna punti negativi, e il fegato nel vedere nessun – salvo qualche sporadico – intervento per il ripristino della legalità, cresce a dismisura.

Qualcuno ha raccontato addirittura di una sorta di sceneggiata alla “Guardie e ladri”, il film del 1951 interpretato da Totò e Aldo Fabrizi. Ma questo a parte, i controlli sul Lungomare Cordella sono stati praticamente insufficienti a fermare la vera e propria piaga del commercio abusivo che non fa altro che scoraggiare chi, onestamente, per vendere merce, paga licenza, tasse e occupazione di suolo pubblico. Verrebbe da pensare che quasi quasi conviene, per gli esercenti dei box, prendere “baracca e burattini” e trasferirsi a piè pari sul pavimento, senza nulla dare allo Stato né tantomeno al Comune e mettersi a fare gli abusivi, che sembra essere una categoria di protetti; una casta, a questo punto.

Eppure avvisaglie di abusivismo si vedevano già qualche anno fa, e questo avrebbe dovuto mettere in allarme l’Amministrazione comunale in primis, la quale il tempo a disposizione per concentrare i controlli in quella zona che di lì a poco sarebbe diventata il regno dei “vu cumprà”, l’ha avuto eccome.

Pugno di ferro. Ecco quello che sarebbe servito per tutelare chi ha deciso di sorreggere il peso delle tasse preferendo la legalità al torbido. Non fosse altro perché la difesa la merita chi rema nella stessa direzione delle Istituzioni, in questo caso chi paga le tasse allo Stato ed all’Ente locale che, diversamente, troppo spesso non tutela chi permette loro di rimpinguare le casse pubbliche.

Certo, si fa ancora in tempo: un’altra quindicina di giorni può servire agli esercenti regolari a rialzare la testa. Questo, però, dipende da chi deve necessariamente fermare lo scempio del commercio abusivo. Quindici giorni non salvano capre e cavoli, ma almeno possono essere un segnale che farebbe ben sperare per l’anno prossimo, quando molti dei titolari dei box sul Lungomare Cordella verranno assaliti dal dubbio sul se alzare la saracinesca o chiudere e andare altrove.

“Essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare” scriveva Pablo Neruda. Quest’anno in particolare, i regolari non hanno nemmeno respirato, se non una brutta aria, dall’odore piuttosto amaro.

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