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Giù le mani dai presìdi di sicurezza a Vasto

Spending review orizzontale e sulla pelle dei cittadini: così non va

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Le voci sulla paventata soppressione del posto di Polizia ferroviaria alla stazione Vasto – San Salvo, e della sottosezione della Polizia stradale nella nostra città, devono per forza di cose mettere in moto le Istituzioni per scongiurare quella che, in una città come la nostra, con evidenti problemi di piccola e grande criminalità, risulta essere non solo una penalizzazione, ma un pericolo per la tranquillità degli abitanti, già messa in discussione da continui accadimenti. La Polfer rappresenta un indubbio presidio di sicurezza all’interno di una stazione ferroviaria, quale la nostra, seconda per grandezza sulla dorsale adriatica dopo Pescara, e in una zona di confine; così come la sottosezione della Polizia stradale è senz’altro una garanzia di legalità.

Qualcuno dirà che questi sono gli effetti della spending review, ma nessuno mette in dubbio che qualche spesa si deve pur ridurre, ed il problema non è il risparmio in sé: è il modo con cui questo viene operato. I tagli non si possono concepire orizzontalmente e dunque senza considerare la specificità dei territori, in questo caso del nostro. Perché alla fine non solo non si risparmia intelligentemente, ma si rischia di spendere di più e male, se non addirittura di far danno. Mi spiego: se fino ad ora ci sono stati presìdi della Polfer anche nelle stazioni ferroviarie di minore importanza, e magari in alcune più piccole della nostra di Vasto - San Salvo ha lavorato, fino ad oggi, più personale che alla stazione di località San Tommaso, il taglio orizzontale di un certo numero di Agenti, va ad azzerare quelli di Vasto, e magari lascia qualcuno in luoghi nei quali non ce n’è gran bisogno. Le riduzioni, dunque, vanno operate tenendo da conto i problemi dei territori, le loro particolarità e specificità. Solo così si risparmia veramente: mantenendo i servizi laddove servono.

Siamo sicuri, ad esempio, che eliminare la Polizia ferroviaria a Vasto, porti ad un risparmio e non, invece, ad un aumento della spesa per lo stesso Stato che dovrà - visti i frequenti episodi di criminalità - impegnare fondi in momenti successivi, e cioè tutte le volte nelle quali accadrà qualcosa le cui indagini, i cui danni e costi sociali graveranno certamente di più sulle casse pubbliche? Detto questo, una valutazione dal punto di vista sociologico, porta inevitabilmente a dire che la sicurezza è una di quelle voci che non dovrebbe essere interessata dalla scure dei tagli, soprattutto in un periodo come questo di crisi economica nel quale furti e microcriminalità aumentano esponenzialmente. A maggior ragione a Vasto e nel Vastese, zona nella quale operazioni delle Forze dell’Ordine hanno sì assicurato alla giustizia i malviventi, ma hanno anche messo in luce una vera e propria piaga della illegalità.


Cosa fare, dunque, per rivedere decisioni che sono nell’aria, prima ancora che queste divengano irrimediabilmente realtà? Occorre che i Sindaci del territorio, il Prefetto, il Questore e le Istituzioni tutte, facciano squadra e remino in un’unica direzione. Senza distinzioni, senza pause o timori, senza rimorsi o rancori. Solo l’affiatamento e la coesione di una squadra, possono portare il nostro territorio a vincere queste battaglie. Le più difficili, quando la clessidra scandisce il tempo della scure che cade su qualunque cosa, senza distinzioni di sorta.

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