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Territorio ancora 'abbastanza sicuro' il Vastese, ma cresce la sfiducia nei confronti delle istituzioni

A Palazzo d'Avalos il quarto Convegno su Sicurezza e Legalità con ospiti Forte, Prete e Woodcock

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Per la maggior parte dei cittadini intervistati, il territorio vastese è ancora abbastanza sicuro, ma i dati rivelano una crescente sfiducia nelle istituzioni, contestualmente a un diminuita percezione del senso di sicurezza. Le variazioni rispetto agli anni scorsi, come spiegato dal dottor Christian Lalla, C.E.O. di Spindoctoring che ha organizzato l'incontro, sono lievi, ma la tendenza è evidente.

Nelle interviste raccolte attraverso un campione di cittadinanza maggiorenne nelle città di Vasto e San Salvo il senso di insicurezza viene maggiormente collegato a reati come furti e spaccio, imputati il più delle volte alla presenza di extracomunitari e, soprattutto a Vasto, a persone provenienti da regioni come Puglia e Campania, particolarità che ha favorito le battute sdrammatizzanti di due dei relatori del convegno: l'arcivescovo di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte e il noto magistrato Henry John Woodcock, entrambi originari di Napoli. Altro relatore del convegno che ha registrato la partecipazioni di autorità civili e militari provenienti da tutto il territorio, il capo della Procura di Vasto, Francesco Prete, il quale, dopo il saluto del sindaco di Vasto Luciano Lapenna, del presidente del Consiglio comunale di San Salvo, Eugenio Spadano, e del Prefetto di Chieti Fulvio Rocco De Marinis, ha dato il via al dibattito sui dati presentati dal dottor Lalla.

"Non possiamo certo negare - ha dichiarato il dottor Prete - la tendenza di crescita di un certo tipo di reati, quali quelli legati alla tossicodipendenza, ai furti e alla violenza domestica, tuttavia non posso non evidenziare che una risposta da parte delle forze dell'ordine e della magistratura c'è stata; voglio ricordare che l'anno si è aperto con quell'operazione contro il narcotraffico locale che ha portato a 63 arresti e al sequestro di 15 kg di sostanze stupefacenti e la gravità dei fatti scoperti ha determinato la trasmissione degli atti alla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia, ndr) dell'Aquila, tant'è che una delle loro principali indagini prende le mosse dal lavoro investigativo svolto a Vasto. Non dobbiamo né sottovalutare il fenomeno, né affrontarlo con inutili proclami allarmistici, perché credo che questi facciano perdere di vista quella lucidità che deve guidare sia l'azione degli inquirenti sia l'azione degli amministratori locali". Prima della chiusura del suo intervento, l'appello ai cittadini a collaborare con le istituzioni, sottolineando come i risultati raggiunti sul territorio "derivano dall'azione delle forze dell'ordine e dalla magistratura che vanno apprezzati in rapporto agli organici disponibili sul territorio, che sono evidentemente ridotti, né possiamo aspettarci rinforzi nel breve tempo, anche se voglio sottolineare come anche per l'omicidio di ieri a Vasto sono venuti reparti investigativi appositamente da Roma, e questo è un forte segnale di un'accresciuta attenzione verso il territorio".

A seguire l'intervento di monsignor Bruno Forte, il quale in riferimento ai dati emersi dallo studio di Spindoctoring, ha subito bollato come "sciocchezza considerare lo straniero come pericolo o danno per la nostra società; al contrario è evidente che l'Italia non funzionerebbe più da tempo, se non avessimo la preziosa forza lavoro degli immigrati, che danno un contributo rilevante anche in termini di tasse. Dobbiamo liberarci dalla sindrome dello straniero". Monsignor Forte ha quindi esposto i tre valori fondamentali da ritrovare in ogni campo della vita per migliorare la società e con essa la sicurezza: il rispetto, la responsabilità e la carità. Incursione anche nell'attualità politica per l'arcivescovo di Chieti-Vasto: "Checché se ne dica, Mario Monti ha introdotto uno stile di signorilità, di sobrietà, di sincerità, al quale ci eravamo disabituati; siamo in un momento in cui ancora una volta c'è il pericolo di tornare a scenari della politica del passato che vorremmo fossero dimenticati per sempre".

Ultimo in ordine di tempo, l'intervento del dottor Henry John Woodcock, il quale si è soffermato sul fenomeno della corruzione che "storicamente ha sempre raggiunto livelli apicali in momenti di maggior crisi, come quello che stiamo vivendo" e sulla figura del magistrato, chiamato all'indipendenza e all'autonomia "non solo naturalmente in rapporto al potere politico, anche se purtroppo devo registrare che molti colleghi al contrari gli strizzano l'occhio; i magistrati devono conservare la propria autonomia anche nei confronti degli altri magistrati e soprattuto verso l'opinione pubblica: il magistrato che rincorre il consenso popolare farebbe meglio a cambiare mestiere".

Nei documenti in pdf allegati i report sulla sicurezza a San Salvo e Vasto

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