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Pilkington e le grandi 'sofferenze' attuali: 'Ammortizzatori sociali e tutti dentro, alternative non c'erano'

Assemblee in fabbrica per l'accordo sui contratti di solidarietà e 625 esuberi bloccati, i sindacati spiegano

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'Calde', nel vero senso della parola. E non solo per la temperatura di questi afosi giorni. Così sono state le assemblee di fabbrica alla Pilkington, 'spalmate' tra martedì e ieri, per illustrare alla forza lavoro del sito di Piana Sant'Angelo l'accordo recentemente sottoscritto tra dirigenza aziendale e sindacati per fronteggiare l'annunciato numero di esuberi, il 30 per cento dei lavoratori (625 dipendenti), emerso alla luce di quello che è lo scenario di forte e preoccupante crisi che investe il settore auto e, soprattutto, la multinazionale Nippon Sheet Glass che detiene la proprietà del sito vetrario abruzzese.

 

I rappresentanti delle organizzazioni sindacali, Giuseppe Rucci (Cgil), Franco Zerra (Cisl) e Arnaldo Schioppa (Uil), in tre distinte sessioni, si sono ritrovati dinanzi ad operai ed impiegati dando luce a quella che è la 'fotografia' del gruppo. Senza troppi giri di parole è subito rimbalzata la drammaticità di uno scenario che avrebbe potuto determinare una ripercussione oggettivamente pesantissima per il territorio, con tanti lavoratori fuori dal ciclo produttivo e famiglie in difficoltà.

 

"Da subito - ha evidenziato Rucci - abbiamo scelto la strada degli ammortizzatori sociali per frenare le sofferenze e dei contratti di solidarietà per evitare gli esuberi. Alternativa dinanzi ad una situazione francamente complicata, certamente quella più dura affrontata da questo stabilimento nella sua storia sansalvese, non c'era".  Dubbi e perplessità non sono mancate, ma davanti ad un quadro del genere un po' tutti non hanno potuto fare altro che prendere atto dello stato delle cose. Puntato l'indice anche sulla situazione debitoria davvero pesante della Nippon Sheet Glass, con un panorama venuto fuori in maniera più specifica dopo la conclusione del vertice europeo tenutosi a Bochum, in Germania, al quale hanno preso parte anche rappresentanze del Vastese.

 

Spazio ulteriore per analizzare nel concreto in quale misura, concretamente, incideranno i contratti di solidarietà sulle modalità lavorative e sul 'peso' che avranno sulle buste paga ci sarà già a breve con altre forme di comunicazione e spiegazione nel dettaglio. Spetterà ora all'azienda delineare i reparti interessati, il monte ore lavorativo necessario per andare avanti e come realizzare, di fatto, quanto fin qui scritto nero su bianco nell'intesa siglata la settimana scorsa all'Assindustria di Vasto.

 

Complicata e non facile, insomma, la situazione alla Pilkington. Ma i sindacati insistono su quel "tutti dentro" che, soprattutto grazie ai sacrifici dei lavoratori, permetterà di non vedere persi numerosi posti di lavoro. "La nostra parte l'abbiamo fatta - conclude Rucci -. Ci aspettiamo che anche gli altri la facciano".

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