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Ultimo maxi sequestro in campo edilizio alla Marina, partono i primi ricorsi

Chi già abita nel complesso è dichiarato 'custode giudiziario'

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E' un autentico ciclone quello provocato dal sequestro preventivo del residence "Cono a mare" disposto dalla Procura di Vasto.

 

Carabinieri e Polizia stanno cercando di rintracciare i proprietari dei 178 appartamenti sequestrati. Le famiglie che risiedono nell'immobile sono state dichiarate "custodi giudiziari".

 

LE NOTIFICHE - Il provvedimento di sequestro ha raggiunto il presidente della società costruttrice a Potenza. La 'Cosvim' acquistò il terreno nove anni fa dal fallimento della 'Fioroni', l'impresa che ha realizzato la galleria ferroviaria che attraversa la città in profondità passando proprio sotto il complesso edilizio. La società ha pagato gli oneri di urbanizzazione e ricevuto l'abitabilità degli alloggi. Quasi tutti gli appartamenti sono stati venduti. Molti acquirenti abitano nel condominio. Alla vista dei Carabinieri martedì sono rimasti allibiti. Potranno continuare a rimanere nelle case, ma in qualità di custodi giudiziari. Vietata qualsiasi modifica degli immobili.

 

I RICORSI - L'avvocato Pietro Pesacane, legale della 'Cosvim', annuncia il ricorso al Tribunale del Riesame. Lo stesso intendono fare i colleghi Arnaldo Tascione e Alessandra Cappa. I legali per il momento non intendono commentare in alcun modo il provvedimento. «Vogliamo prima leggere attentamente il fascicolo», spiega Tascione. Tutto ruota attorno all'interpretazione dell'articolo 117 delle vecchie norme tecniche attuative (Nta) del piano regolatore. Secondo la magistratura l'iter seguito per il rilascio delle autorizzazioni a costruire e la stessa abitabilità degli alloggi sono illegittimi. La lottizzazione non sarebbe dovuta approdare all'esame della giunta, ma posta all'attenzione del consiglio comunale.

 

LE CONTESTAZIONI - Al presidente della società costruttrice e agli altri e cinque indagati è contestato l'aggiramento dei vincoli normativi. «Sono state realizzate residenze private in assenza del Piano di assetto del territorio. L'abitabilità concessa dal Comune è illegittima», sostiene il procuratore capo Francesco Prete al termine delle indagini condotte dalla sezione di polizia giudiziaria della procura su disposizione del sostituto procuratore Enrica Medori. E le indagini non sono ancora concluse. I militari della polizia giudiziaria anche ieri erano al lavoro per nuove verifiche. Inoltre carabinieri e polizia stanno rintracciando tutti i proprietari degli appartamenti per ascoltare le loro testimonianze.  Le richieste. La vicenda, com'era inevitabile, ha riacceso le polemiche sull'edificazione delle colline vastesi. «Chiedo al procuratore Prete di accertare se la presenza di una galleria ferroviaria sotto il fabbricato potrebbe costituire un futuro pericolo», dice Riccardo Alinovi referente dell'associazione "Codici". «Inoltre, se e in caso venisse confermata la colpevolezza dei funzionari comunali indagati chiedo ai giudici di prendere provvedimenti», sostiene Alinovi. Anche i proprietari degli alloggi hanno richieste fare: la loro speranza è che l'inchiesta sia rapida e che arrivi presto a conclusione.

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