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E' donna ma si sente uomo: via libera del Tribunale di Vasto al cambio di sesso

Autorizzazione all'operazione e, dopo di questa, il riconoscimento dell'identità maschile per una 34enne

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Un uomo nei sentimenti e nei modi di fare, intrappolato in un corpo di donna. Gli psichiatri lo definiscono "disturbo di identità di genere", una patologia che implica una profonda sofferenza per chi ne è affetto. Un disagio con cui Maria (nome di fantasia), 34 anni, convive fin dall'adolescenza ma a cui ora può porre rimedio. Il Tribunale di Vasto ha infatti accolto il suo ricorso finalizzato «alla rettificazione di attribuzione di sesso». Il giudice Fabrizio Pasquale l'ha autorizzata a sottoporsi all'intervento chirurgico che le consentirà di diventare maschio a tutti gli effetti. Un sogno che rincorre fin da piccola e che ora si sta realizzando. «E' la prima sentenza del genere emessa dal Tribunale di Vasto», commenta Katia Basilico, il legale che ha curato il ricorso, «grazie all'intervento che le consentirà di cambiare sesso, la mia assistita potrà porre fine ad un profondo disagio psichico derivante dalla mancanza di un giuridico riconoscimento dell'identità maschile tanto desiderata e vivere finalmente in modo sereno la propria esistenza». Vinta la prima battaglia legale, ora Maria è in lista per l'operazione che le consentirà di diventare uomo. Ma il percorso è ancora costellato di difficoltà perché l'attesa è lunga (non meno di due anni) e l'intervento a cui dovrà sottoporsi demolitivo: le saranno asportari seno, utero e ovaie. Nel frattempo continua la terapia ormonale e i colloqui di sostegno psicologico. Lei è determinata e per nulla spaventata degli ostacoli lungo il cammino. «Non mi sono mai sentita discriminata», spiega Maria, capelli cortissimi e abbigliamento rigorosamente maschile, «in questi anni ho incontrato tante persone che hanno capito il mio problema e mi hanno aiutata. Li ringrazio. A tutte le persone che come me vivono il disagio legato ad una identità sessuale diversa da quella che sentono interiormente dico di affrontare con coraggio questo percorso e di non vergognarsi». Determinante, ai fini della sentenza del Tribunale, è stata la consulenza tecnica del medico-legale. Al perito il giudice ha chiesto di accertare l'esistenza di eventuali patologie psichiche e se l'equilibrio psico-fisico può essere raggiunto solo con l'adeguamento del corpo alla psiche maschile. Il consulente tecnico, dopo aver escluso l'esistenza di malattie psichiatriche che potessero condizionare la volontà della ricorrente, è arrivato alla conclusione che «il completo equilibrio psichico-fisico può essere raggiunto solo con l'adeguamento del corpo femminile a quello maschile». Maria ha vinto la sua battaglia.
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