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"Novecento". Personale di Paolo De Giosa a Pescara

Importante esposizione del pittore di area vastese, a cura dell'Assessorato alla Cultura di Pescara

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Presso l’importante Museo “Basilio Cascella”, nota “fucina d’arte” pescarese, attiva nella seconda metà del secolo scorso, Paolo DE GIOSA esporrà le sue accattivanti e ammirate opere di pittura.  La sua Personale trae il titolo “Novecento” dal quadro riprodotto nel manifesto promozionale dell’evento. Con esso l’artista (per l’ospitalità ricevuta) vuole esprimere un ideale omaggio al tempo in cui il capostipite dei Cascella, assieme ai tre figli e poi ai nipoti, diede al mondo dell’arte e all’Abruzzo opere di vario genere e di sicuro valore, sia poetico-estetico, sia di documento illustrativo della nostra gente, con i suoi peculiari riti e tradizioni.

Vedremo in mostra i suoi noti e seduttivi, inquietanti e talora inquieti volti femminili. Figure che appaiono vive e presenti, in virtù di una tecnica sicura nel tratto e raffinata nel chiaroscurato contrappunto di luci e ombre, di nero e colore, vivo ma allo stesso tempo umbratile sino alla trasparenza, mediante dosate velature volte a includere nell’immagine la materialità, propria o vissuta, del supporto scelto allo scopo. In pari tempo sono immagini iconiche, traslative - hic et nunc, ma non meno per il tempo che verrà - delle sensazioni, riflessioni ed emozioni suscitate nell’autore da testi letterari o da brani musicali, moderni e classici.
Le fisionomie, e per esse soprattutto gli occhi o per meglio dire lo sguardo dei suoi personaggi, sono da considerarsi visive interpretazioni psichico-noumeniche di persone che paiono chiedere e implicitamente favorire uno scambio dialogico interattivo, seppur in certo modo tenuto in sospeso o trattenuto da quella che l’artista, definisce l’Assenza. Un turbamento interiore, uno spaesamento mimetico dettato da una sensibilità visiva tutta moderna, che porta l’autore, con una sorta di gesto destruens, a sfilacciare, sia pure su una piccola ma semantica porzione, la tessitura cromatica della figura appena dipinta. E’ questo un classico esempio di “opera aperta”, così come U. Eco ebbe a definire, in un saggio fondamentale per la comprensione dell’arte contemporanea, il manufatto comunicativo-estetico dei tempi nostri. Una creazione, figurativa o astratta, capace di esprimere e attrarre, come esemplarmente avviene con le ‘pitture’ di De Giosa, significati evidenti e sensazioni traslate, che mutano valenza nello spazio e nel tempo.  E questo avviene (in certa misura, non soltanto con le opere ‘moderne’) in rapporto al grado conoscitivo e culturale che ha in sé chi guarda, ‘legge’ (interpreta) e con ammirazione fa propria - per restare alla pittura -  l’immagine che ha di fronte, in una esposizione, e/o poi nel proprio, più circoscritto spazio domestico.

Vernissage il 29 aprile (ore 18,30) con la partecipazione dell'Assessore pescarese Giovanni Di Iacovo, del Responsabile della Cultura Unpli Abruzzo, Loris Di Giovanni e altre personalità. Un prezioso appuntamento con l’arte contemporanea, in un ambiente motivatamente storico, che molti non si lasceranno sfuggire.

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