Il 18 maggio 2019 è lâottantesimo compleanno di Giovanni Falcone, tra qualche giorno sarà il ventisettesimo anniversario della strage di Capaci.
Le Agende Rosse dâAbruzzo, così come tutti i gruppi dâItalia del movimento fondato da Salvatore Borsellino (fratello del giudice assassinato in via dâAmelio), ricordano oggi, tra qualche giorno e sempre Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutte e tutti coloro che sono stati uccisi dalle mafie nellâunica maniera corretta e coerente. Proseguendo lâimpegno, denunciando, indignandosi, cercando ogni giorno di essere costruttori del vento libero che può spazzare via ogni puzzo mafioso o simile. Sulla stampa abruzzese apprendiamo che, proprio alla vigilia del compleanno di Giovanni Falcone, sono state revocate le misure restrittive al terzogenito di Totò Riina. E, tra una riga e lâaltra, trapela lâesaltazione per la sua nuova presunta vita caritatevole a Casalbordino (dove rimarrà ).
Una nuova vita fu quella di Rita Atria. O di Peppino Impastato. La stanno costruendo personaggi come Antonio Piccirillo e Giosué DâAgostino. Ci sconcerta e rende perplessi invece che il suddetto terzogenito da una parte sbandiera questa nuova vita caritatevole a Casalbordino, dallâaltra non ha mai preso le distanze (anzi lo celebra ancora) dal padre boss. Le parole da lui scritte nelle ultime ore del padre, ma anche in queste settimane, sono ben distanti da quelle di Piccirillo in piazza contro la camorra. Piccirillo prende nettamente le distanze, afferma parole durissime contro le camorre. E invita altri figli di boss a fare altrettanto. Le parole del terzogenito di Totò Riina le si trovano su stampa degli ultimi anni, il famoso libro e i social. Anche nel salotto di Bruno Vespa lo definì un padre amorevole e che gli manca. Nel 2001, passando in autostrada allâaltezza di Capaci, disse âCi appizzano (appendono) ancora le corone di fiori a 'stucosu (a questa cosa)...â. Non ci risulta abbia mai preso le distanze, chiesto scusa e rinnegato queste (e tante altre) espressioni. Non câè neanche bisogno di aggiungere altro.
Ricordiamo oggi Falcone e lo ricordiamo tutti i giorni. Continuando a denunciare ogni mafia, ogni comportamento omertoso o anche solo di ânon belligeranzaâ. Perché crediamo che lâunico ricordo vero e coerente di chi ha perso la vita contro la mafia: denunciarla, indignarsi, impegnarsi. Come hanno fatto e fanno anche uomini e donne di Chiesa come don Peppe Diana,padre Pino Puglisi e don Maurizio Patriciello. Come coerenza evangelica vorrebbe dopo lâanatema di Giovanni Paolo II e la scomunica di Papa Francesco. Comportamenti che in un Paese normale dovrebbero essere comuni e popolari. E invece vediamo che personaggi con comportamenti di tuttâaltra pasta vengono festeggiati e accolti. E chi si indigna e denuncia troppo spesso viene isolato e additato al pubblico ludibrio. Tutto questo trasforma le commemorazioni di un giorno in ipocrita risciacquatura di coscienze, non è memoria ma offesa.
Movimento delle Agende Rosse âPaolo Borsellino-Giovanni Falconeâ Abruzzo