Assai positivi, quando non entusiastici, sono i commenti dei visitatori in Rete di fronte alle opere esposte. La riferita âbellezzaâ, parola forse sin troppo facile da utilizzare e da attribuire laddove si resta colpiti, sorpresi e emozionati da ciò che ci si pone dinanzi, in questo caso (non meno che in altri) è a ragione enunciata quale preciso etimo di âciò che appare o è ritenuto piacevole e ammirevole ai sensi e allâanimaâ. In questo autore âla bellezzaâ è principio e fine di una precisa e consapevole operazione visivo-noumenica, attuata e veicolata attraverso lo strumento dellâimmagine artistica, o del manu-fatto ad arte che dir si voglia.
Non a caso, pertanto, in questa sua mostra (non prima, né ultima, ben sâimmagina, del Maestro Muzii di Vasto), in particolare è stata rilevata quella che a mio avviso è da dirsi la nota peculiare del suo stesso immaginare-e-fare, più che delle opere, varie e diverse quanto a tecnica e âassemblaggiâ.
A monte delle sue invenzioni, nonché dei rinvenimenti, nulla affatto occasionali, in spiaggia o in riva, e/o lungo la costa del nostro mare, dei âmaterialiâche serviranno a comporre il quadro â improvvisato frequentemente, sia pure in modo effimero (⦠un naturale land-art), lì in spiaggia o sopra un letto di ciottoli â câè un afflato più che unâidea di sogno che, come fosse pane quotidiano da informare, mangiare e offrire ad altriâ¦, in lui ha bisogno di essere figurato e riproposto ogni volta, di nuovo e ancora, finché vita viene, e con noi, attraverso ogni cosa, scorre, muta e va via.
Un quadro scenico che parrebbe sovente la stesso, ma che, pur nello schema figurativo e iconico ormai noto di mare, barca vela, una semantica canna da pesca, un pesciolino testimone, una stella, sole o luna a far da guida allâandare (e a dar armonia ed equilibrio allâinsieme), mettono in scena, per un âfavola bellaâ che nasce dallâincanto di chi compone e che incanta chi âascoltaâ o guarda, il âsolitoâ ma sempre gradito âraccontami ancoraâ o âraccontane unâaltraâ che gli spiriti genuini e dotati di schietto candore, come i bimbi, si aspettano e desiderano.
Parrebbe âtutto un giocoâ, ma è â con una composizione diversamente verbale, fatta di segni, oggetti, scorie e grumi, colori e cornice dâinsieme â nullâaltro che sedimento ed esposizione di poesia.
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